Un binario morto attende il destino della società che gestisce il ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Latina. Primo caso nato dalle nostre parti dall’idea che i privati, affiancando un partner pubblico, sarebbero riusciti a gestire il servizio in modo efficiente, efficace ed economico, la società sta per crollare su se stessa a causa del gigantesco debito accumulato. Debito accompagnato dalla persistente inefficienza, soprattutto in riferimento agli obiettivi di legge sulla raccolta differenziata e nonostante gli aumenti tariffari che hanno superato il 500% dall’inizio della sua gestione. Una “patacca” che si aggiunge agli infiniti casi di privatizzazioni fallimentari dei servizi essenziali, che a partire dalla fine degli anni ’70 sono stati propinati in tutto il mondo, in nome della supremazia dei mercati. L’esperienza invece ha dimostrato che gli interessi dei privati di lucrare e gli interessi pubblici di avere un buon servizio, quasi mai vanno d’accordo; anzi sono sempre in conflitto.
Ora i soci privati di Latina Ambiente (che sono due, non uno solo come si è sempre cercato di far credere), presunti virtuosi, chiedono al Comune di Latina, già proprietario della maggioranza del capitale sociale con il 51%, di comprare le loro quote per superare lo stallo gestionale che dura da molti mesi. Una richiesta simile a quella che in questi stessi giorni sta interessando la vicenda “gemella” di Acqualatina SpA, nel cui capitale sociale erano presenti fino allo scorso anno gli stessi soci di Latina Ambiente.
NATA”ˆSOTTO ELEZIONI
La Spa dell’immondizia, che in assenza di accordo scadrà comunque il 31/12/2015, è nata ufficialmente il 14 novembre 1997. Non una data qualsiasi, ma l’ultimo giorno della campagna elettorale che riconfermò Ajmone Finestra Sindaco del capoluogo pontino. Presso la sede comunale, nell’arco di mezz’ora, verbalizzante il notaio Ciro Esposito, fu approvata la convenzione che regolava i rapporti tra i soci fondatori. Statuto ed atto costitutivo erano stati approvati in precedenza. I soci erano: il Comune di Latina, la Colucci Appalti SpA (oggi Unendo SpA) e la Tecno Trattamento Rifiuti SpA (oggi Ecosesto SpA – il colosso energetico della famiglia Falk). Esattamente come accaduto per Acqualatina, essendo stato stabilito che di diritto il Sindaco di Latina fosse anche il Presidente della costituenda società e non potendo Finestra apporre la propria firma nel doppio ruolo (palesemente incompatibile), venne delegato a firmare gli atti l’amministratore delegato, indicato a tal fine dalla parte privata.
L’INTRECCIO CON L’ACQUA
Si trattava del napoletano Marco Fiorentino, che meno di 5 anni dopo ritroveremo anche come membro del Consiglio di Amministrazione (CdA) di Idrolatina Srl, a sua volta socio privato di Acqualatina. Proprio nel CdA di Idrolatina, fin dall’inizio, erano presenti coloro che poi sono diventati gli amministratori delegati della stessa Acqualatina: in particolare Silvano Morandi e Luigi Raimondo Besson. L’accostamento non è casuale perché la “bella pensata” della politica allora fu quella di consentire che i privati, pur avendo la minoranza del capitale sociale, avessero la maggioranza nel CdA di Latina Ambiente, che di fatto è l’organo che prende le decisioni e gestisce la sua attività. La stessa cosa si è ripetuta nel Comitato Esecutivo di Acqualatina, dove fin dall’inizio al fianco di due tecnici nominati dai privati siede una persona (con scarse o nulle competenze) nominata dalla politica. Una sorta di delega in bianco che ha prodotto i disastri che sono sotto i nostri occhi. Disastri per altro annunciati e a suo tempo debitamente segnalati da chi seguiva l’evoluzione di questo strano affare.
DIFFERENZIATA”ˆSABOTATA
Infatti la prima importante decisione del CdA di Latina Ambiente fu quella di contrarre un gigantesco mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti (avallato dallo stesso Comune di Latina) per rinnovare completamente i compattatori, i cassonetti e i mezzi ausiliari per la raccolta e il trasporto dei rifiuti. Una decisione contradditoria per tre ordini di motivi: 1) tra i mezzi conferiti alla società dal Comune e “rottamati” in quell’occasione (ma in realtà poi utilizzati in altri Comuni da società collegate allo stesso socio privato), alcuni erano quasi nuovi e perfettamente funzionanti; 2) la durata del mutuo era ed è ventennale, terminerà infatti nel 2018, cioè tre anni dopo della scadenza della società stessa; 3) il presunto nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, con un unico operatore a bordo del relativo camion, imponeva da sé una raccolta indifferenziata, mentre da un anno circa era già entrato in vigore il cosiddetto Decreto Ronchi che imponeva a tutti i Comuni di arrivare almento al 45% di raccolta differenziata entro il 2003. Obiettivo mai raggiunto a Latina.
NO DIFFERENZIATA SI RINCARI
E proprio la raccolta differenziata, che di fatto non è mai decollata, è stata la spina conficcata nel fianco delle utenze, attraverso le salatissime bollette, in tutti gli anni della gestione della Latina Ambiente. I suoi vertici societari, poco dopo la costituzione della società, decisero di costituire insieme alla famiglia Colucci e al “rais” dei rifiuti laziali Manlio Cerroni la Ecoambiente Srl. Altra curiosa società che in cambio della bonifica dei siti dismessi della discarica di Borgo Montello-Bainsizza (che in realtà si è tradotta in una copertura impermeabile delle prime tre vasche), ha ottenuto in cambio la possibilità di abbancarvi sopra un altro milione di tonnellate di rifiuti. Differenziare i rifiuti quindi era ed è un pessimo affare per chi intende lucrare con la gestione di una discarica.
INGEGNOSI, INGEGNERI E SPOSI
Quel progetto fu redatto ed eseguito a cura dell’immancabile Ing. Gian Mario Baruchello, che a suo tempo era stato componente della commissione giudicatrice nella gara che scelse il socio privato di Latina Ambiente. Una gara dove risultò vincitrice, pur essendo sprovvista del certificato antimafia (che per legge si deve produrre solo in caso di vittoria, ma non all’atto della partecipazione) proprio l’Associazione Temporanea di’Impresa (ATI) formata dalla Colucci Appalti SpA e la T.T.R. SpA allora appartente al gruppo Acqua SpA dei fratelli Pisante (gli “ispiratori” di Acqualatina). La T.T.R., senza la quale la Colucci non avrebbe avuto i requisiti tecnici per la partecipazione alla gara, ha poi ceduto la sua insignificante partecipazione in Latina Ambiente (19 azioni su 400 mila) alla Ecosesto SpA; altra società che ha avuto tra i suoi amministratori i signori Giuseppe Pisante e Manlio Cerroni. Proprio dal famoso avvocato proprietario della discarica di Malagrotta, l’Ing. Gian Mario Baruchello ha avuto e continua a ricevere numerosi incarichi professionali; ad esempio per la megavasca per la raccolta di acque piovane per l’inceneritore di Albano, o la relazione tecnica che giustificava l’abbancamento di un ulteriore strato di 10 metri d’immondizia sulla quarta e quinta vasca già tombate nella discarica di Roncigliano, ad Albano. Lo stesso Gian Mario Baruchello è poi diventato conponente del CdA di Latina Ambiente, mentre sua moglie, l’Ing. Carla Carnieri, lo scorso anno è stata incaricata dalla Regione Lazio di controllare che il progetto eseguito dal marito, cioè l’ulteriore abbancamento dei rifiuti gestito dalla Ecoambiente sui vecchi siti S1, S2 e S3 della discarica di Borgo Montello-Bainsizza, fosse stato ultimato a regola d’arte.
CHI CONTROLLA CHI?
Tutto questo mentre l’Amministratore Delegato di Ecoambiente Bruno Landi (l’ex Presidente della Regione Lazio che firmò le ordinanze per aprire alcune di quelle stesse vasche), cioè la controllata, recentemente è divenuto anche Amministratore Delegato proprio della Latina Ambiente, la controllante. La stessa persona che ora, ad appena due anni dalla scadenza naturale, cioè quando ognuno dei soci dovrà mettersi le mani in tasca e pagare pro quota i debiti della società, chiede al Comune di comprarsi l’intero capitale sociale in nome della risoluzione di un conflitto creato ad arte. Con buona pace dei cittadini, nel frattempo salassati attraverso la privatizzazione del servizio: nel senso di esser stati privati di quel servizio efficace, efficiente ed economico tanto promesso.
30/09/2013