La grotta è considerata uno dei più importanti siti legati allo studio dell’uomo di Neanderthal, poiché nel corso del tempo sono stati rinvenuti oltre 40 reperti umani appartenenti a questo nostro misterioso antenato e cugino.
Il progetto è realizzato dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle province di Latina, Frosinone e Rieti, con il coordinamento operativo del dottor Francesco Di Mario, in collaborazione con il Prof. Mario Federico Rolfo dell’Università di Roma Tor Vergata, assieme ai suoi studenti e all’archeologa Angelica Ferracci.
La spedizione vanta anche la collaborazione speleologica di “La Venta“, che consiste nello scavo di un cunicolo situato al fondo della grotta, che potrebbe condurre a stanze sotterranee ancora sconosciute. Per farlo, trattandosi di un ambiente disagevole, è necessaria la competenza degli speleologi.
L’operazione dovrebbe durare circa una settimana, mentre la campagna di scavo archeologico terminerà nella seconda metà di agosto.
La Grotta Guattari si sta confermando una miniera di informazioni non solo sul Neanderthal, ma anche sul contesto ambientale e in particolare della fauna presente in un periodo che risale a 65.000 anni fa: è soprattutto la iena pleistocenica ad essere la vera protagonista nei meandri di questa misteriosa grotta.
Dal 1939, anno in cui sono avvenuti i primi ritrovamenti di interesse archeologico, la Grotta Guattari di San Felice Circeo ha continuato a regalare sorprese di enorme importanza storica. Ultima, nel 2021, il ritrovamento di resti di uletriori 9 individui vissuti tra i 50.000 e i 100.000 anni fa. Nella grotta sono stati trovati anche resti di numerose specie animali, tra cui elefanti e rinoceronti.
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