L’uomo era riuscito, attraverso l’invio di una mail artatamente utilizzata per sostituirsi ad un accreditato fornitore noto alla vittima, a richiedere, per mezzo di un bonifico bancario di euro 1.600, il saldo di una partita di materiale informatico precedentemente ordinata dalla vittima al vero grossista.
Scoperto il raggiro, gli uomini dell’Arma identificavano dunque il responsabile segnalandolo all’autorità giudiziaria di Cassino.
La vicenda segue altri analoghi episodi, al momento ancora senza l’identificazione del responsabile, per i quali stanno indagando sempre i Carabinieri di Formia.
La “truffa alla nigeriana”: come funziona
La truffa in questione è una fenomenologia criminale nota anche come “la truffa alla nigeriana” o la “truffa 419 scam (dall’articolo di legge che l’ha resa illegale)” che risulta essere la truffa a distanza più famosa al mondo, che si è guadagnata una certa fama online a partire dagli anni Novanta.
Difendersi dalla truffa alla nigeriana non è difficile, in quanto le modalità con cui i criminali colpiscono sono sempre le stesse.
I consigli:
– Ignorare e cestinare l’e-mail sconosciute;
– Non mandare alcuna somma di denaro e non aprire gli allegati, che possono contenere virus e malware;
– Non mandare informazioni personali e bancarie al mittente;
– Diffidare di e-mail che insistono per richieste di denaro, anche a scopo di beneficenza;
– Sospettare sempre di e-mail che offrono di trasferire denaro a terzi;
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