Coltelli affilati nel Partito Democratico di Latina. Cinque consiglieri hanno chiesto la testa del capogruppo Giorgio De Marchis, “reo” di non aver sostenuto Matteo Renzi alle ultime primarie. E ora che Renzi è il Presidente del consiglio dei Ministri designato, la furia rottamatrice si abbatte anche sul capoluogo con tanto di documento firmato.
Al documento di sfiducia dei cinque consiglieri, De Marchis ha risposto per le rime.
“Sono stato io – spiega in una nota – a chiedere ai consiglieri “dissenzienti” di produrre un documento perché pensavo che oltre alle argomentazioni astratte e inconsistenti manifestate nel corso della penultima riunione consiliare, i consiglieri comunali avessero delle motivazioni più profonde e soprattutto legate alla gestione del gruppo consiliare. Dopo aver letto il documento devo prendere atto che nessun addebito mi viene mosso in relazione alla gestione del gruppo, e questo mi conferma e mi rende consapevole del grande lavoro collettivo che abbiamo svolto”.
Il documento è firmato da Marco Fioravante, Alessandro Cozzolino, Enzo De Amicis e Aristide Carnevale, mentre ne hanno preso le distanze Fabrizio Mattioli, Nicoletta Zuliani, Fabrizio Porcari e Omar Sarubbo.
Ma de Marchis non molla. “La sottoscrizione di un documento da parte di cinque componenti non dimissiona un capogruppo”.