La decisione di rivolgersi al sindaco per richiedere un incontro urgente è arrivata dopo 12 mesi di tentativi di confronto con gli esercenti dei locali.
I firmatari della lettera, coppie, famiglie con bambini, professionisti, lavoratori, pensionati, sottolineano come la musica disco, house, commerciale e techno, con preponderanza ossessiva di bassi e amplificata a mo’ di discoteca, sia lesiva della salute e dei diritti dei residenti, nonché considerabile per legge reato, in quanto rumore “intollerabile” ovvero “prolungato nel tempo ed esteso a più soggetti” (Legge quadro n. 447 del 1995).
L’inquinamento acustico denunciato dai firmatari avverrebbe anche in giorni e orari incompatibili con la recente ordinanza del Sindaco (n. 45 del
20.10.2023), che consente la diffusione di musica in orario notturno ma soltanto il venerdì, il sabato e tutti i giorni prefestivi, fino all’una di notte. Tale ordinanza però, viene sottolineato nella lettera, sarebbe stata formulata interpellando a un tavolo di confronto i proprietari dei locali ma non i cittadini.
La situazione di disturbo della quiete pubblica causata dalla musica ad alto volume nel centro storico di Fondi è tale che i cittadini nella lettera di protesta denunciano come nelle loro case la musica faccia vibrare pavimenti e vetri, stressi i bambini, terrorizzi gli animali domestici e impedisca qualunque attività lavorativa o di studio, per non parlare del riposo o della possibilità di poter avere un po’ di tranquillità per leggere un libro, ascoltare della musica di proprio gradimento, guardare un film, conversare, pensare, dormire.
Come se non bastasse il rumore, ad aggravare la situazione dei residenti del centro storico si aggiungono anche situazioni di degrado generate dall’abbandono dei rifiuti da parte degli avventori dei locali, che oltretutto spesso espletano le loro funzioni fisiologiche davanti ai portoni (e occhi) degli abitanti della zona, spesso fatti anche oggetto di insulti e cori intimidatori quando hanno osato protestare.
Al degrado urbano, il disturbo della quiete pubblica e l’inquinamento acustico si aggiunge anche un danno economico, fanno presente i firmatari della lettera, poiché la crescente invivibilità dell’area rischia di provocare una lenta ma inesorabile svalutazione degli immobili, in termine di compravendite e affitti.
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