La presidente Floriana Coletta ha convocato una commissione Trasparenza sul tema. Dalla delibera di giunta della precedente amministrazione, datata 7 luglio 2022, con cui si formalizzava l’atto di indirizzo per la manifestazione di interesse finalizzata alla gestione della struttura, alla pubblicazione a ottobre dello stesso anno della manifestazione di interesse, fino all’affidamento alla Asl, avvenuto lo scorso febbraio con la gestione commissariale, si è arrivati in epoca più recente a numerose segnalazioni dei cittadini che denunciavano situazioni di estremo degrado all’interno dei locali.
L’immobile è diventato infatti un luogo di spaccio e di rifugio di persone senza fissa dimora, con letti, forneletti, spazzatura ovunque e perfino escrementi.
«Dopo l’affidamento della struttura all’azienda sanitaria locale non era comprensibile una situazione come questa – spiega la presidente Coletta – Così ho ritenuto opportuno convocare la commissione Trasparenza per fare il punto e ascoltare dagli uffici cosa fosse accaduto, dal momento che la gran parte dei consiglieri non era a conoscenza dell’esito dell’iter. È stato così possibile scoprire che alla fine del mese di ottobre la stessa Asl ha di fatto riconsegnato le chiavi all’amministrazione comunale rinunciando di fatto all’immobile di via Verdi. Una rinuncia motivata dal cattivo stato di conservazione dei locali e dagli interventi, economicamente molto rilevanti, necessari per la sua ristrutturazione».
«Oggi quei locali sono diventati un luogo di bivacco e spaccio che crea rischi per la sicurezza e abbiamo chiesto dunque come commissione di procedere a una bonifica e di chiudere le porte per impedire l’accesso, ottenendo dall’assessora al Patrimonio Ada Nasti la rassicurazione di una segnalazione alla polizia locale, a quanto riferito già avvenuta, e di un’opera completa di pulizia, in attesa dei prossimi passi dell’amministrazione e di un possibile progetto di permuta tra Comune e Demanio».
«Quello che ci preme sottolineare, al di là dell’urgente messa in sicurezza – conclude – è che quanto prima quel luogo prenda nuovamente vita con una sua funzione pubblica commerciale per contribuire anche a ridare decoro a quel quadrante cittadino».
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