La società Az 21 srl nasce da una trasformazione da altra denominazione nel 2000. Inizialmente lavorava in subappalto per diverse società dell’area pontina, operanti nel settore ferroviario, aereo e navale.
Lo sviluppo aziendale in provincia di Latina
Diventa fornitore ufficiale di Trenitalia e lavorava anche con la multinazionale Astom, su progetto Cir e New Pendolino, e con la società Saira. Nel 2005 si trasferisce nel sito industriale di Sermoneta, acquistando 2 ettari circa di terreno e costruendo una struttura di circa 7000 metri quadri per poter svolgere al meglio la produzione, in virtù delle numerose qualifiche conseguite, partecipa anche alle lavorazioni di numerosi progetti di riqualificazione di treni quali Taf, Ale-le, Mdvc, Leonardo Express, Gentile da Fabriano, Le-Nord; nel ricambio, manutenzione, allestimento, decoro interno, restylling e revamping delle carrozze.
In tale settore, in grande sviluppo, nasce la proposta progettuale che mira a creare nel polo logistico (ex Zuccherificio), situato a poche centinaia di metri dalla stazione di Latina Scalo, strutturato per fornire un full service manutentivo ai mezzi di trasporto delle imprese ferroviarie assolutamente innovativo, portando al tavolo delle trattative, con un interesse importante, sia Finmeccanica che Ansaldo Breda. Il progetto prevedeva nell’arco di 2/3 anni di arrivare all’assunzione di circa 350 addetti con ricerca ed apprendistato.
Il brevetto del 2007
Nel 2007 l’azienda insieme alla società Botto.ro brevettava un prodotto autoadesivo in tessuto morbido usa e getta per ricoprire le sedute delle poltrone, di grande impatto per il decoro e l’igiene, di facile applicazione e dai costi contenuti, biodegradabile e resistente a tutte le prove fuoco e fumi.
Trenitalia, tramite il suo amministratore delegato, presenta il prodotto alla stampa con grande entusiasmo, viene sottoscritta una lettera di intenti per la fornitura, ma dopo poco ci viene chiesto di rinunciare. Perché?
Le accuse da Trenitalia
Già nel 2008 erano sorti “falsi” problemi tra Trenitalia e l’Az 21 srl. Avevamo vinto una gara a Foggia, e adducendo che avevamo dichiarato il falso in quanto debitrici nei confronti dell’Erario, ci tolgono l’appalto. Ma da una indagine fiscale presso Equitalia ed Agenzia delle Entrate, riscontrammo che non era vero quanto loro dichiaravano, ma si trattava solo di ritardati pagamenti (tra l’altro non veritieri), pagammo, pur di non perdere l’appalto, anche il non dovuto e presentammo tutta la documentazione a Trenitalia, che comunque non ci riammise, anzi ci cancellò dagli elenchi dei fornitori ufficiali.
L’ulteriore danno fu anche la segnalazione che Trenitalia fece all’Istituto di Vigilanza dei contratti pubblici. Solo dopo l’udienza dell’11/12/2008, Trenitalia rettificava e comunicava all’Istituto di Vigilanza (16/12/2008) l’inesistenza della accuse mosseci.
La volontà di risollevarsi
A causa di tali circostanze, l’Az 21 Srl, già da allora ha combattuto perché gli venisse riconosciuta la serietà commerciale e la capacità produttiva, ma già quella prima batosta aveva lasciato un grave segno anche economico. Ma caparbiamente andammo avanti e nel 2009 riuscimmo ad essere di nuovo inseriti tra i fornitori di Trenitalia.
A quel tempo la nostra fragilità era che Trenitalia rappresentava il 90% del nostro fatturato, in quanto la denigrazione che aveva avuto l’Az 21 srl, essendo cancellata dall’Istituto di vigilanza e quindi non poter partecipare a gare nazionali ed europee, non le aveva permesso di mantenere ed ampliare i clienti del settore.
Nuova gara e…
Nell’ottobre del 2010 vincemmo la gara per la fornitura di kit per la copertura di sedili di vagoni ferroviari (pensate che avevamo fatto noi i prototipi di pelle). Logicamente ci inviarono la specifica tecnica da rispettare per la realizzazione delle sedute con un materiale skay (quindi non di pelle).
Prima della realizzazione notammo che le condizioni tecniche di qualità imposte dall’appaltante non erano in linea con quanto era reperibile sul mercato e c’erano delle incongruità tra la forza dello skay e il filo di cucitura.
Lo comunicammo a Trenitalia con tanto di prove fatte da laboratori specializzati, ci indicarono loro il fornitore al quale ci rivolgemmo per acquistare il prodotto, non vengo a dire che anche quello non era conforme… Comunque andammo avanti con la produzione per fare la prima consegna che doveva essere fatta verso la fine di febbraio 2011.
Ma chissà come e perché i primi di febbraio ci annullano la gara per inadempienza contrattuale, in quanto asserivano che non avevamo consegnato in tempo, solita falsità, e nuovamente ci cancellarono dal sistema fornitori con effetto per tutte le qualifiche e tabelle merceologiche che avevamo ottenuto; quindi anche i precedenti affidamenti che erano in corso vennero annullati e ci segnalarono per la seconda volta all’Istituto di Vigilanza, non permettendoci più di lavorare.
Il drammatico fallimento
Ci appellammo al Tar di Roma che ci diede torto. Ma con la sentenza 2795/14 il Tribunale civile riconobbe illegittimo il comportamento di Trenitalia.
Con tale e ingiusta (per la seconda volta) decisione, siamo arrivati alla chiusura e al fallimento, alla distruzione delle tante famiglie che lavoravano, alla morte per infarto di mio marito nel 2014 che non ha retto e non ha avuto più la forza di lottare, e al mio crollo che ho dovuto affrontare un esaurimento nervoso e tante sofferenze nel vedere l’ingiustizia e la distruzione di anni di lavoro, sacrifici e speranze andare in fumo, non perché non eravamo capaci o non avevamo reagito, ma perché gli interessi di altri che se ne fregano della distruzione del lavoro, con le loro posizioni di forza, portano alla disperazione tante famiglie, i sacrifici fatti per costruire un’azienda costata più di tre milioni di euro e vedere che chi doveva curarla e salvaguardare il bene la lasciò alla distruzione totale per realizzarci solo pochi spiccioli.
Ci hanno lasciati soli
Hanno voluto, secondo me, deliberatamente distruggere un’azienda importante nel settore e la perdita economica e sociale è stata enorme. La cosa deprimente è stata l’assenza totale delle istituzioni e della politica, che quando gli serve apparire fa le passerelle e chiede e poi dimentica le persone che perdono, e non parlo solo degli imprenditori, ma di tutte quelle famiglie dei dipendenti che si trovano in difficoltà nel giro di poco tempo, magari con mutui o affitti da pagare, con figli con problemi o semplicemente da sostenere, e purtroppo in questi anni di situazioni assurde ne abbiamo viste tante, di fallimenti pilotati, di personaggi che investiti di un potere si permettono di fare come Ponzio Pilato: abbassano il pollice e se ne lavano le mani.
Il mio desiderio è che il Tribunale decida di andare avanti e di arrivare alla Corte di Appello, perché sono convinta, e lo sono sempre stata, che siamo nel giusto, che non abbiamo sbagliato nulla, forse siamo “solo” stati troppo sinceri ed onesti.
Franca Cassandra.