L’ateneo confina territorialmente con l’area che dovrà ospitare – almeno questo è il programma poco allettante del sindaco capitolino Roberto Gualtieri – l’inceneritore al servizio della Capitale da 600mila tonnellate annue. Uno dei più grandi d’Europa. Con esigenze di combustione superiori addirittura a quelle pur elevate della città eterna. Il terreno prescelto da Gualtieri, Ama ed Acea per la sua realizzazione è situato a ridosso della discarica di Albano Laziale di proprietà del patron dei rifiuti di Roma e dintorni Manlio Cerroni. Nel 2007, proprio Manlio Cerroni tentò di costruire un impianto molto simile a quello odierno, solo più piccolo. Allora Manlio Cerroni aveva dato il via ad una cordata pubblico-privata costituita – ironia della sorte – proprio insieme ad Ama ed Acea. Dicevamo, i Castelli Romani, zona Roma sud. Un’area dalla fortissima vocazione turistica, culinaria, storico-archeologica che non merita di divenire la pattumiera di Gualtieri. A ridosso dell’area prescelta anche i due comuni del litorale laziale di Ardea e Pomezia. Ma torniamo al flash mob.
“L’inceneritore di Roma è un crimine ambientale”: il flash mob zittisce l’Università di Tor Vergata
“Al convegno presso l’Aula convegni Macroarea di Ingegneria dell’ Università Tor Vergata – scrivono i cittadini di Roma – sud che hanno dato vita alla protesta – mentre venivano magnificate le salvifiche virtù del Piano Gualtieri e dell’inceneritore. Alla presenza del Direttore di Ama. Abbiamo chiarito alla platea tutta cos’è per noi l’ inceneritore: un crimine ambientale”.
Nulla da dire sulle presenze di taglio accademico e scientifico. A destare i dubbi dei cittadini sono state soprattutto tre figure invitate a parlare ma che fanno parte più del mondo politico romano, quello dei salotti della Roma bene, che non di quello propriamente accademico e scientifico.
Paolo Giacomelli, l’ex assessore della Giunta Iervolino
Il primo ‘fantasma’ della politica è sicuramente Paolo Giacomelli, attuale direttore apicale del Dipartimento dei Rifiuti di Roma. Nominato dal primo cittadino Roberto Gualtieri Responsabile Unico del Procedimento amministrativo (RUP) dell’inceneritore e dell’appalto pubblico da 7,3 miliardi di € dentro cui l’inceneritore è stato inserito.
Tradotto dal linguaggio tecnico, Giacomelli è il cerbero piazzato a difesa della grande torta dal valore di 7,3 miliardi di € (l’equivalente di una finanziaria nazionale). Su cui Gualtieri e soci si giocano la carriera. Giacomelli è anche l’ex assessore all’Igiene Pubblica della Giunta Iervolino di centro-sinistra di Napoli tra il 2006 e il 2011.
Antonella Fiore, la ex manager ora… ‘genio della lampada’
Il secondo ‘fantasma’ della politica si chiama Antonella Fiore, ingegnere e dirigente Ama. È balzata all’onore delle cronache nazionali come fedelissima dell’ex assessora grillina Paola Muraro, da cui è stata promossa nel 2016 ai vertici della comunicazione di Ama. Ora viene catapultata da Gualtieri ai vertici della struttura commissariale di Roma Capitale. Chiamata a svolgere le funzioni di ‘genio della lampada’ del primo cittadino. Alla fine l’ingegner Fiore avrà un compito tutt’altro che facile: esaudire ogni desiderio di Gualtieri e soci.
Alessandro Filippi, il fedele ‘servitore’ ex Acea ora Ama
Il terzo e ultimo ‘fantasma’ della politica che presenzierà al convegno porta il nome di Alessandro Filippi. Fino a qualche mese era ai vertici di Acea Elabori, la ‘costola’ di Acea che ha preparato materialmente il progetto dell’inceneritore di Gualtieri. Filippi è stato ‘promosso’ di recente (con lode e plauso) da Gualtieri e soci sulla poltrona più importante di Ama spa, quella da direttore generale. Un incarico cui possono aspirare solo i fedelissimi dei politici. I meriti e le capacità scientifiche, a certi livelli, non contano più nulla.
Il professor Lombardi e le interviste pro-inceneritore
Poi c’è il professor Francesco Lombardi, noto alle cronache per le sue interviste super pro-inceneritore, in cui decanta le meraviglie dell’incenerimento. È una figura, la sua, che somiglia molto di più a quella del ‘classico politico’ che non al tipico docente universitario super partes.
L’inceneritore di Roma è un crimine ambientale: il flash mob zittisce l’Università di Tor Vergata.