Non poteva credere ai suoi occhi quando ha fatto quella incredibile scoperta: un Buono Postale Fruttifero di lire 10.000 emesso nel 1966 dall’Ufficio Postale di Poggiardo, in provincia di Lecce, nascosto dietro un quadro appeso ad una parete della casa del fratello morto.
Antonio Salvatore Maggio, classe 1957, residente a Pontinia, ha scoperto con grande sorpresa che quel buono fruttifero era intestato proprio a lui.
Quanto vale oggi
Non è facile stimare il valore del Buono Postale Fruttifero ritrovato in Puglia. Ci vuole ora un esperto che deve tenere in considerazione molti fattori. L’anno di emissione, il tasso previsto, la capitalizzazione, la rivalutazione monetaria, le leggi in vigore nei vari periodi.
Nel caso di Pontinia il valore dovrebbe eseere intorno ai 65 mila euro.
L’uomo ha conferito mandato ai legali dell’Associazione Giustitalia, che si occupa su scala nazionale ed internazionale del rimborso dei buoni postali e dei titoli di Stato.
I legali si occuperanno ora di recuperare il valore attuale presso Poste italiane ed il Ministero dell’ Economia e delle Finanze obbligati in solido ad “onorare” tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana.
I due Enti, infatti, rispondono in solido non solo dei Titoli di Stato emessi dalla Repubblica Italiana, ma anche quelli del Regno d’Italia.
Il dubbio sulla prescrizione
Poste Italiane afferma che “i diritti dei titolari del Buono Fruttifero Postale al rimborso del capitale e al pagamento degli interessi si prescrivono trascorsi dieci anni dalla data di scadenza del Buono”.
Essendo passati 58 anni dall’emissione. il Buono dovrebbe quindi essere considerato ormai non più incassabile.
Ma qui arriva in soccorso del signor Maggio l’art. 2935 del codice civile che riporta “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”.
Secondo i legali di Giustitalia il giorno di decorrenza della prescrizione comincerebbe dunque a decorrere dalla data del ritrovamento del Titolo stesso. E quindi il titolo sarebbe ancora incassabile.
Quante tasse dovrà pagare
Sul sito di Poste Italiane è specificato che i Buoni fruttiferi postali emessi fino al 20 settembre 1986 sono esenti dalla ritenuta fiscale. In virtù di quanto stabilito dal D.L. 19 settembre 1986 n. 556. Quindi niente tasse.
Differente la situazione se il Buono fosse stato più recente. Infatti la Stato nel 1986 ha iniziato a tassare anche i Buoni postali, aumentando poi la percentuale di tasse negli anni successivi.
Agli interessi maturati sui Buoni emessi dal 21 settembre 1986 al 31 agosto 1987 si applica la ritenuta fiscale del 6,25%. Ai Buoni emessi dal 1° settembre 1987 al 31 dicembre 1996 quella del 12,50%. I Buoni emessi a partire dal 1° gennaio 1997 sono assoggettati a imposta sostitutiva sugli interessi sempre nella misura del 12,50%, percentuale tutt’oggi vigente.
Tanti vecchi Buoni smarriti
Non è rarissimo che qualche persona, magari in soffitta, magari a casa di un parente defunto ritrovi un titolo di credito “antico”. Bot, Buoni Postali, libretti bancari… che hanno magari un enorme valore, data la quantità di interessi accumulati.
Ma si possono sempre incassare?
Rimborsabili a patto che…..
Secondo i legali che assistono anche il signor Maggio è possibile, per il titolare o per i suoi eredi, richiedere il rimborso, maggiorato degli interessi e della rivalutazione monetaria, a patto che non sia decorso il termine di prescrizione, che è stabilito in 10 anni.
Come detto per il Buono Postale ritrovato nel Salento, il termine non decorre dalla data di emissione del titolo, ma da quando il soggetto titolare è in grado di far valere il proprio diritto.
Se, ad esempio, il titolo è stato emesso oltre 10 anni fa, ma il soggetto interessato lo ha “ritrovato” solo di recente, questi può ottenerne il rimborso. Basta che anche lui non lasci passare 10 anni dal momento del ritrovamento.
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