Riapre infatti l’oratorio medievale del Piccolo Tempio del Santuario di Monte Sant’Angelo dopo i lavori di ripulitura e restauro.
Lavori che hanno riportato alla luce affreschi preziosi e unici come quello che raffigura San Silviano, ritenuta ad oggi la più antica immagine del Santo.
I lavori, iniziati nel 2023 e proseguiti nel 2024, sono partiti dalla pulizia e la rimozione di scritte e disegni vandalici e offensivi che imbrattavano le pareti, e tra questi anche una svastica rimossa a maggio dello scorso anno in concomitanza con la visita del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
La Madonna e i due Arcangeli e le altre figure dopo i restauri
Sono state utilizzate per questo moderne tecnologie laser e prodotti biologici, che hanno permesso di rimuovere anche le incrostazioni calcaree che si sono accumulate nei secoli.
Grazie a questi interventi sono iniziate ad emergere pitture di enorme valore e per questo è stato deciso di proseguire, ottenendo un risultato eccezionale e in parte inaspettato considerate le condizioni di conservazione iniziali della struttura e il profondo degrado in cui versava.
Sulla parete di fondo, al di sopra dell’area originariamente occupata da un altare, probabilmente distrutto nel XIX secolo, sono apparsi due strati sovrapposti di intonaci dipinti raffiguranti una Madonna in trono con Gesù Bambino in grembo, e ai fianchi due arcangeli, probabilmente Gabriele e Michele.
La fase più antica, in via preliminare, può essere datata al VII – VIII secolo, le testimonianze pittoriche più antiche di Terracina e del Lazio Meridionale. La fase più recente invece risale al X – XI secolo.
Altre preziose figure sono ben visibili sulle pareti e sulla volta, come quella del Salvatore con la testa barbata, e tre figure inginocchiate che lascerebbero pensare ai tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Riguardo quest’ultima interpretazione però ci sono gli studi in corso.
I due Santi di Terracina
Grazie proprio al restauro, sulla parete laterale sinistra è emersa la più antica immagine arrivata a noi di San Silviano di Terracina.
Accanto a lui altre due figure, scarsamente leggibili, ma una di queste potrebbe raffigurare il Santo Patrono San Cesareo.
La presenza contemporanea di S. Silviano e S. Cesareo, venerati in Città, assume una particolare valenza per Terracina e per la sua storia sacra, e arricchisce significativamente il patrimonio di conoscenza della pittura medievale.
Nuovi finanziamenti per i restauri
Nel corso dei lavori si è anche provveduto ad eliminare le infiltrazioni di acqua piovana impermeabilizzando i terrazzi superiori e rendendoli calpestabili.
Proseguono ora gli studi su quanto ritrovato, mentre è stato annunciato un nuovo finanziamento di 500 mila euro per portare avanti i lavori.
Chi era San Silviano di Terracina?
La narrazione sulla vita di Silviano incrocia storia e leggenda. Di lui si sa che fuggì dall’Africa con la sua famiglia a causa delle persecuzioni contro i cattolici messe in atto dai Vandali guidati da Genserico.
Arrivò dunque a Terracina. Qui si stabilì ai piedi del Monte Leano dove visse in umiltà e preghiera.
Nell’anno 443 morì il vescovo Giovanni e Silviano fu chiamato a succedergli. Ma la sua carica durò poco perché morì dopo solo 9 mesi. Da alcune testimonianze scritte sembra che il 10 febbraio sia stata la data precisa della sua morte.
Silviano viene ricordato come vescovo e confessore. Ma a quel tempo “confessore” era sinonimo di “martire”. E che sia morto da martire, cioè ucciso per la sua fede, è verosimile se si guarda alla sua giovane età e alla brevità del suo mandato di vescovo.
Nel tempo la tradizione popolare lo ha ricordato come Silvino, Salviano, Salviniano, Silviano, Silvano… Grazie però anche all’affresco ritrovato si può affermare che al suo tempo fosse chiamato Silviano.
San Silviano è considerato il protettore del vino e dei vigneti. La festa in suo onore si celebra il 1° maggio ed è particolarmente cara al mondo contadino.
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