Le slot machine di Stato sono invece fuori controllo, mietono sempre più vittime con costi sociali, sanitari ed economici altissimi. Ma soprattutto portano fiumi di denaro nelle casse della criminalità. Sembra assurdo, ma è così: le stesse macchinette mangiasoldi autorizzate dall’Amministrazione governativa, hanno incassi non registrati, quindi illegali, da capogiro. Specialmente nella nostra regione e ancora di più nelle province di Roma e Latina. In quella romana, questo pizzo occulto rappresenta l’1,1% del Prodotto interno lordo provinciale, bruciando oltre un miliardo di euro esentasse e a favore di mafie e altre consorterie criminali; nella provincia pontina è ancora più grave questo indicatore, che si attesta all’1,2%. Sono numeri pazzeschi, non a caso Roma e Latina sono ai primi posti nella classifica nazionale dell’incidenza del “nero” da slot machine e apparecchi Vlt sul Pil provinciale, accanto a Napoli, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Caserta, Crotone, Catanzaro e Bari. Latina è in ottava posizione, Roma in undicesima. Molto più giù le altre laziali, Frosinone al 34° posto, mentre Viterbo e Rieti al 72° e 79° con incidenza sul Pil pari a zero. Tornando ai casi di Latina e Roma, questa ulteriore dissipazione di soldi che sfugge alle statistiche ufficiali, si aggiunge a questi altri due dati ufficiali della spesa in scommesse registrata: la provincia pontina spende in azzardo il 7,73% del proprio Pil, quella romana il 4,25%. Il prodotto interno lordo in economia è quello che, seppur con alcuni limiti, indica comunemente la ricchezza prodotta.
Il fenomeno è stato dettagliatamente osservato e scientificamente analizzato dal Professor Maurizio Fiasco, tra i massimi esperti in materia e consulente della Consulta nazionale antiusura. Elaborando i dati del 2012, ultimo anno per il quale lo Stato ha fornito cifre aggregate per provincia (da gennaio ad ottobre), lo studioso ha tirato fuori risultati spaventosi sugli incassi “in nero” ricavati con le slot legali che dovrebbero essere costantemente monitorate dal cervellone centrale del Ministero delle Finanze: al livello nazionale, questi introiti superano di poco il 20% di quelli ufficialmente registrati. Vale a dire 8,6 miliardi di euro nei primi dieci mesi del 2012, mentre sono 41,7 i miliardi “giocati” e registrati nello stesso periodo. Più del doppio del gettito Imu nell’intero Paese.
Abbia pazienza il lettore e faccia un bel respiro prima di leggere questo altro numero: 8 miliardi e 37 milioni, è l’ammontare complessivo del prelievo unico erariale sulle scommesse in Italia in tutti i 12 mesi del 2012. Significa che le slot registrate hanno fruttato illegalmente ai delinquenti più quattrini di quanto abbia raccolto lo Stato con le tasse su tutti i cosiddetti “giochi” d’azzardo nello stesso anno e per giunta in un periodo di due mesi in più.
La ricerca del Prof Fiasco è molto importante, poiché per la prima volta traccia contorni precisi e da una misura a questo fenomeno degli incassi in nero delle macchinette autorizzate. I numeri che ha elaborato sono delle stime, ottenute con rigore scientifico statistico. Come qualunque stima, possono avere dei margini di errore, ma senz’altro offrono un prezioso riferimento per comprendere la tendenza in atto. In estrema sintesi, il ricercatore ha analizzato le incoerenze tra due tipi di dati: da un alto la spesa ufficiale per Lotto e Superenalotto, giochi gestiti centralmente dallo Stato e quindi senza potenziali manipolazioni e crepe nella gestione informatica dei dati sulle giocate; e dall’altro la spesa ufficiale in slot e Vlt (le cosiddette videolottery, slot di seconda generazione). Dal confronto emergono in talune aree del Paese discrepanze, anche molto vistose, tra la tendenza molto spinta a giocare coi numeri ad estrazione e quella più timida a buttare soldi nelle macchinette. Sempre riferendosi al 2012, ad esempio Latina e provincia sono al primo posto in Italia per spesa media pro capite in lotto e Superenalotto (209 euro); ma “crolla” al 13esimo posto nella classifica spesa pro capite in slot machine (comunque enorme: 1.035 euro). Roma, addirittura, se su Lotto e Superenalotto risulta ufficialmente al 6° posto con 199 euro a testa, piomba al 50° come spesa pro capite nelle slot (750 euro).
Il Prof Fiasco ha elaborato queste contraddizioni provincia per provincia rapportandole con l’indice di presenza mafiosa messo a punto dal Ministero dell’Interno con l’Università Cattolica di Milano. La ricerca, «con una rigorosa ricostruzione statistica, documenta una stima dell’occupazione del territorio, cioè dello spazio del “formalmente legale e sicuro”, da parte della criminalità organizzata». In soldoni, significa che le stesse slot con tanto di concessione statale diventano veicolo di guadagno illegale per i delinquenti i quali fanno in modo di non registrare tutte le “giocate” attraverso manomissioni informatiche. Come dicevamo, al livello nazionale questa quota di incassi occultati al Fisco supera di poco il 20% di quelle ufficiali. Ma a Latina è del 26,6% e a Roma sfiora il 50%. «La stima proposta – spiega Fiasco – dimensiona il livello di controllo che le forme di associazione di tipo mafioso avrebbero raggiunto nel settore del gioco con apparecchiature automatiche». Da ciò possiamo anche avere un’idea sul valore di quella che è una vera e propria tassa occulta, che invece di finire all’Erario va dritta dritta nelle tasche dei mafiosi. Nella Capitale e nella sua provincia, questo pizzo della dea bendata è il terzo più alto d’Italia, 374,9 euro per abitante in media. Mentre nell’area pontina è di 275,5 euro a testa. Sempre nel 2012, in totale nel Lazio l’affare – deciso, promosso e firmato dallo Stato – si stima che abbia sottratto allo Stato stesso e fruttato ai criminali oltre un miliardo e 700 milioni di euro.
Non parliamo di bische clandestine, ma di apparecchi legali e autorizzati dalle autorità.
Incassi da oltre un miliardo e 700 euro
Slot machine legali, quei tesori (in nero) tra Roma e Latina
E meno male che la legalizzazione doveva servire a sottrarre il settore dalle grinfie dei criminali e a dare certezza del diritto a questo business!
09/10/2014
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