I danni ambientali e l’inquinamento generato dalle perdite e dispersioni di carburante hanno avuto luogo nel deposito Eni, ponendo a rischio il campo pozzi Acea ‘Laurentina’, che rifornisce d’acqua potabile sia Pomezia che il vicino Comune di Ardea.
Ora finalmente dovrebbe partire la bonifica. Almeno questo è quanto promette Eni, il colosso di Stato dei carburanti. Il via libera alle operazioni porta la data del 10 settembre.
Deposito Eni di Pomezia, strategico ma inquinante
Proprio a Pomezia Eni ha un suo deposito che costituisce anche un sito strategico nazionale. Al suo interno, difatti, mantiene le scorte di carburante utili a garantire il propellente di sicurezza per gli aeroporti militari della zona (Pratica di Mare e Ciampino) e per i voli civili dei due aeroporti di Fiumicino e Ciampino.
Nei mesi scorsi, nel deposito Eni, si è verificata una doppia e preoccupante fuoriuscita di carburante, il deposito Eni è situato in via della Zoologia.
La vicenda è finita all’attenzione dell’Arpa Lazio e della Asl Roma 6, oltreché della Procura della Repubblica di Velletri.
Il caso della doppia dispersione ha sollevato immediata attenzione per il rischio di contaminazione delle risorse idriche circostanti. È stato, tra le altre cose, anche oggetto di ben due interrogazioni parlamentari poi finite nelle mani del Governo Meloni.
Il Caffè ha seguito la vicenda con numerosi articoli:
– Il ‘trasudo’ di benzina Eni nei pozzi Acea di Pomezia e Ardea sul tavolo del Governo Meloni
– Pomezia, il deposito Eni trasuda (ancora) benzina. Presentata interrogazione al Governo
– Pomezia, deposito Eni inquina la falda, pozzi Acea a rischio: seconda fumata nera
Bonifica in 5 mesi a 76mila euro
Tornando alla bonifica del sito, la società ENI ha annunciato di aver avviato le procedure necessarie per affrontare l’emergenza, dopo oltre un anno dall’accertamento della dispersione stessa.
Ma, in precedenza, durante questi ultimi mesi, le misure tecniche indicate da Eni per la bonifica dell’inquinamento sono state per due volte consecutive bocciate dal tavolo tecnico deputato a vagliarle.
Un tavolo a cui hanno partecipato Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma, Comune di Pomezia, Acea (che ha fatto scena muta, evidentemente è più preoccupata del progetto del mega-inceneritore che, tra le altre cose, consumerà una quantità molto alta di acqua potabile) e l’Arpa Lazio, l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale.
Ora, invece, da quanto a nostra conoscenza, la stessa Regione Lazio avrebbe approvato un piano di bonifica con l’obiettivo di risolvere la criticità ambientale.
Il progetto di bonifica in pillole
L’approvazione del progetto unico di bonifica, redatto dalla società HPC Italia e revisionato il 28 marzo 2024, è avvenuta con la Determinazione Dirigenziale n. 930 del 4 luglio 2024.
Tale progetto prevede interventi sul Bacino TK6 del deposito ENI, stimando costi per un totale di 76.000 euro. L’intervento dovrà essere completato entro cinque mesi, vale a dire entro febbraio 2025.
Per garantire la corretta esecuzione dei lavori, la Regione Lazio ha richiesto a ENI di fornire adeguate garanzie finanziarie, stabilendo che l’importo da depositare a favore della Regione sia di 38.000 euro, il 50% del costo stimato per l’intervento.
Queste garanzie rimarranno attive fino alla certificazione dell’avvenuta bonifica, a opera della Città metropolitana di Roma Capitale, una volta che i lavori saranno conclusi.
ENI ha confermato che le operazioni di bonifica seguiranno un crono-programma dettagliato e saranno supervisionate da un referente tecnico qualificato. Inoltre, tutte le attività si svolgeranno nel rispetto delle normative sulla sicurezza del lavoro e dell’ambiente.
L’area interessata sarà adeguatamente delimitata e segnalata per garantire che le operazioni di bonifica non interferiscano con le proprietà confinanti e che il pubblico non vi acceda. Nel contesto del deposito di carburanti, saranno adottate misure antincendio e strumenti per la captazione di eventuali polveri o gas emessi durante le lavorazioni.
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