Le parole della Soprintendenza Archeologica
“Questo, confermo – ci dice l’archeologa – è un tratto di Appia Antica, originale. Rinvenuto durante i lavori di costruzione dell’elettrodotto Enel di zona. Questa zona – aggiunge – è ad elevato rischio archeologico. Del resto, qui ci troviamo su via dell’Appia Antica, questo ritrovamento era abbastanza inevitabile.
Il tratto appena rinvenuto di via Appia Antica è ad un livello poco profondo – spiega – a differenza del tratto di strada riemerso nei giorni scorsi, che si trovava ad un livello decisamente più profondo, ossia un metro e 90 centimetri. In questo tratto di Appia Antica si vedono due livelli di strada. Ci sono stati vari scavi in questa zona. Quando hanno costruito la fogna (decenni addietro, ndr), probabilmente hanno divelto ed appoggiato sopra al tratto di ‘Appia Antica, appena rinvenuto”, i lastroni di altre strade minori, ma sempre romane, della zona.
Proprio nei giorni scorsi, la Commissione nonché Missione internazionale Unesco si è recata in visita ai Castelli Romani – in particolare nei comuni di Ariccia, Albano, Lanuvio, Marino, etc – per valutare l’inserimento della via Appia Antica Regina Viarum nella lista dei beni patrimonio dell’Umanità, se vuoi leggere la notizia, clicca qui.
Il Parco dell’Appia Antica
La via Appia Antica, conosciuta anche come ‘Regina Viarum’, è una delle più grandi opere di ingegneria urbana del mondo antico, risalente al 312 a.C.. La sua costruzione e il suo nome risalgono al censore Appio Claudio Cieco, il quale fece restaurare una strada preesistente che partiva dall’antica Porta Capena (oggi inesistente, nei pressi delle Terme di Caracalla), prolungandola fino a Capua. Man mano che Roma ampliava le proprie conquiste anche la strada venne estesa, prima fino a Benevento e poi fino a Brindisi.
Come oggi possiamo intendere la funzione delle autostrade per raggiungere le destinazioni più rapidamente, così l’Appia Antica è un tracciato rettilineo che doveva far sì che le truppe romane arrivassero nel più breve tempo possibile alle nuove città conquistate. Brindisi, la meta finale della strada, era un importante porto sull’Adriatico, un anello fondamentale della catena commerciale con l’Oriente.
Ma oltre ad essere legata a funzioni militari e commerciali, l’Appia Antica ha avuto anche un altro importante uso: quello funebre. La lunga strada consolare inizia ben presto a popolarsi di sepolture di ogni tipo: tempietti, piramidi, mausolei circolari, lapidi, i cui resti sono oggi ancora visibili passeggiando lungo la strada.