Una pattuglia della Guardia di Finanza in servizio sulla Flacca ha fermato l’auto perché sfrecciava a una troppo velocità elevata per quella strada pericolosissima.
I militari, dopo aver controllato i due uomini a bordo, hanno deciso di aprire il bagagliaio.
La sorpresa è stata macabra: nel bagagliaio c’erano quattro esemplari di bufale che avevano poche settimane di vita. Legate alle zampe, erano una sopra l’altra, disidratate e a rischio morte.
Gli animali sono stati immediatamente sequestrati e affidati a un’associazione che si occupa di animali e che si chiama Vita, che attraverso la loro pagina Facebook hanno documentato il recupero delle quattro bufale, che hanno nutrito e coccolato.
Il salvataggio
Non è stato facile salvare gli animali, che erano destinati alla macellazione. Il trasporto in quel modo era infatti dettato dalla volontà di eludere le ferree regole della Asl veterinaria, visto il focolaio di brucellosi nella zona tra Campania e basso Lazio. L’auto fermata sulla Flacca proveniva dalla provincia di Napoli e stava trasferendo le piccole bufale in provincia di Latina. Se non avessero corso così tanto sulla Flacca probabilmente nessuno si sarebbe accorto di loro.
Secondo quanto racconta Il Messaggero, che per primo ha raccontato la storia, i due allevatori sono stati denunciati.
La burocrazia
L’associazione Vita sulla propria pagina social ha descritto la lunga strada per salvare i quattro animali: «Tre settimane di allattamento, fieno, paglia, prelievi, “carteggi”, turni, preoccupazioni e stress ma la macchina della burocrazia italiana non tiene conto di tutto questo, e mentre noi dobbiamo correre come forsennate lei va lenta come una lumaca», scrivono.
«Perché cose così semplice deve trasformarsi in lungaggini estenuanti? Va bene seguire tutte le prassi in rispetto delle normative esistenti va bene tutto ma mi chiedo, a fronte di un privato che non è allevatore che ha tutti i requisiti per poterle accogliere e prendersene cura, rispettando il benessere animale ,cosa cambia se queste prassi vengono fatte in quel luogo idoneo ergo autorizzare lo spostamento? Non tutti i giorni si trovano 4 bufale incaprettate in un cofano di un’auto».
«Pertanto, come caso eccezionale, così doveva essere trattato. Le deroghe le eccezioni non hanno mai ucciso nessuno, la burocrazia ci va vicino».
Alla fine, la buona notizia: pochi giorni fa il ministero della Salute ha autorizzato il trasferimento delle bufale in un’oasi privata della provincia di Roma «dove vivranno rispettando le loro esigenze etologiche e non di allevamento ai fini commerciali».
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