A fare l’importante scoperta il 16 luglio è stato un team di archeologi, guidati dal Professor Edoardo Vanni dell’Università per Stranieri di Siena, impegnato in una campagna di scavi presso il sito archeologico medioevale di Sant’Andrea, tra Campodimele e Itri, sul versante dei Monti Aurunci in provincia di Latina.
Le ossa di 3 individui di epoca medievale nel sito archeologico in provincia di Latina
Le ossa umane erano conservate in una sepoltura scavata direttamente nella roccia calcarea. Gli archeologi hanno potuto appurare che le ossa appartengono a 3 individui distinti.
Si tratterebbe di una persona anziana, identificata per via della dentatura usurata, forse di sesso maschile per le dimensioni della dentatura; di un individuo adulto e un individuo che si presume di età adolescenziale per via della lunghezza delle ossa.
Poiché le ossa ritrovate non sono complete, mancano i pezzi fondamentali per l’attribuzione del sesso. Per l’attribuzione del sesso infatti sia analizzano soprattutto il cranio e il bacino, che sono le ossa dove si distinguono i caratteri sessuali.
Con ogni probabilità i resti risalgono al XIV Secolo d.C.
Il ritrovamento dei resti umani è avvenuto in prossimità delle rovine di quella che era una piccola chiesa, emerse nel 2023 durante le attività di scavo nel sito archeologico di Sant’Andrea.
La scoperta delle ossa ha suscitato grande interesse tra i ricercatori e sono ora sotto la tutela della Soprintendenza dei Beni Culturali di Roma. Verranno debitamente catalogati e documentate e successive indagini permetteranno di dar loro una datazione certa.
La sorprendente scoperta potrà permettere di fornire importanti informazioni sulla vita e le pratiche funerarie dell’epoca.
Per mettere in sicurezza il sito archeologico sede della scoperta, sono intervenuti i Carabinieri della Stazione di Itri.
La scoperta del sito archeologico di Sant’Andrea
Le indagini archeologiche presso il sito di Sant’Andrea, tra i comuni di Campodimele e Itri, in provincia di Latina, rientrano all’interno di un progetto archeologico avviato nel 2021 in collaborazione con l’Ente Parco Naturale dei Monti Aurunci, l’Università per Stranieri di Siena e l’associazione Archeologia Diffusa.
Il sito prima di questa campagna di scavi era sconosciuto in letteratura. Solo la gente del posto, gli abitanti di Campodimele, erano a conoscenza dell’esistenza di alcune rovine in cima alla collina di Sant’Andrea
Gli scavi iniziati nel 2022 hanno già portato alla luce un insediamento tardo medievale e numerosi reperti risalenti all’epoca romana.
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Il sito di Sant’Andrea è posizionato in altura, a metà strada tra Campodimele e Itri. Si trova in prossimità di importanti passi montani dei Monti Aurunci, che erano fondamentali nelle epoche passate per i collegamenti tra la bassa valle del Liri e le località costiere del Lazio meridionale. In particolare il sito è posizionato vicino al passo montano di san Nicola.
L’insediamento d’altura venne abbandonato probabilmente in epoca antecedente al XII secolo. Data la tipologia di strutture ritrovate nel corso della campagna di scavi, doveva trattarsi di un punto di controllo fortificato, piuttosto che di un centro abitato.
Il sito archeologico è delimitato da un’area murata posizionata sulla cima dell’altura di Sant’Andrea. Gli scavi hanno per ora interessato due settori interni a tale area murata.
La prima area è stata identificata come parte di un’area aperta a ridosso delle mura, probabilmente destinata al transito o al governo degli animali. Gli archeologi via hanno anche trovato tracce di un esteso cantiere edile di età Medievale, con abbondanti scarichi di materiale ceramico.
La chiesa presso cui sono state ritrovate le ossa
L’altra area, in cima alla collina, ha restituito nel corso del 2023 i resti di una piccola chiesa, la cui datazione è ancora in fase di definizione. Si pensa risalga all’XI-XII secolo.
È nei pressi di questa chiesa che sono state ritrovate le ossa umane ora oggetto di studio.
Di questa piccola chiesa è rimasta la pavimentazione dell’abside e alcuni muri che presentano tracce di intonaco affrescato, in cui sono rimaste tracce di colore rosso e blu. La chiesetta aveva dunque i muri interni dipinti.
Un sito archeologico che testimonia di epoche diverse
Gli studi portati avanti durante la campagna di scavi sembrano sembrano attestare un abbandono del sito probabilmente in epoca antecedente al XII secolo. Successivamente vi sarebbe stata soltanto una frequentazione saltuaria, probabilmente limitata a scopi militari, fino al XVII secolo.
I resti ritrovati comunque testimoniano anche della presenza di fasi più antiche. Sono infatti stati ritrovati materiali romani, tardoantichi e altomedievali.
Sono state inoltre trovate numerose monete risalenti al periodo della dinastia ottoniana, la casata di imperatori del Sacro Romano Impero, originaria della Sassonia, che regnò ininterrottamente dal 962 al 1024.
Di epoca moderna sono invece i numerosi reperti bellici risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Sui monti Aurunci infatti le truppe alleate sfondarono la linea Gustav, la linea difensiva tedesca.
Una conferenza stampa per illustrare i risultati
L’archeologo Edoardo Vanni dell’Università degli Studi per Stranieri di Siena e presidente dell’associazione Archeologia Diffusa ha annunciato un evento pubblico per illustrare gli esiti della campagna di scavi sul sito di Sant’Andrea, in particolare riguardo il rinvenimento delle ossa umane.
L’evento dovrebbe tenersi presso l’Ente Parco Monti Aurunci il 27 luglio. Prevede una visita guidata e una conferenza stampa.
Maggiori dettagli verranno forniti in seguito
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