E i proprietari ci pagano ancora l’Imu, mentre il Comune riscuote le tasse sui passi carrabili. Un paradosso.
Tale immobilismo del Comune costa però caro alle tasche dei cittadini.
In questi giorni l’amministrazione ha dovuto pagare 22 mila euro di spese legali, così come deciso da una sentenza del Tar confermata anche dal Consiglio di Stato.
Il tribunale ha anche stabilito come il Comune debba sbrigarsi a espropriare quelle strade e a riconoscere il giusto indennizzo ai proprietari. Con gli interessi rivalutati di 60 anni.
Comune di Aprilia perde in tribunale
Sono almeno dieci le sentenze tra Tar e Consiglio di Stato, spesso in contraddizione tra loro, che si sono espresse su questa vicenda.
L’ultima è una ordinanza del Consiglio di Stato di maggio che respinge il ricorso del Comune e conferma quanto già detto a febbraio, e cioè che il Comune a dare luogo al procedimento di esproprio, eseguire la stima sulle proprietà e di conseguenza risarcire i cittadini coinvolti in questa diatriba. Fermo restando che ci sarà un ulteriore approfondimento della vicenda.
Le richieste dei proprietari
Intanto gli eredi Cossettini – assistiti dagli avvocati Alessandro Pace e Valerio Puri – continuano a sostenere le loro ragioni: sono stati espropriati di loro proprietà senza che il procedimento fosse mai completato.
Un po’ quello che è accaduto per il Parco di via dei Mille, che ha visto il Comune condannato a pagare oltre 9 milioni di euro per una vicenda di 44 anni prima.
Una storia che inizia nel 1964
È datato 1964, infatti, il primo passaggio stabilito dal Consiglio comunale per la creazione delle nuove strade del centro.
Fu poi il Consiglio comunale di Aprilia con il Prg del 1973 a decidere l’utilizzo pubblico di quei terreni, un totale di 435 metri quadrati mai indennizzati, tanto da costringere la famiglia Cossettini a fare causa al Comune perché iscrivesse quelle strade al proprio patrimonio comunale.
Ma non è finita qui. Il 16 dicembre 2015 il Tar ordinò al Comune di perfezionare gli espropri, tanto che nel 2018 la Regione nominò un commissario. La parola fine arriva solo ora. O forse ancora no?
I giudici chiedono un approfondimento su una questione
Negli anni il Comune si è sempre rifiutato di riconoscere quanto spettava ai cittadini allungando i tempi e i costi del contenzioso, evitando di voler affrontare il problema una volta per tutte, ma accumulando condanne al pagamento di spese legali.
Ora un nuovo capitolo: i giudici, pur confermando la decisione di febbraio, vogliono approfondire i contenuti di una sentenza del 2008 che sosteneva come i ricorrenti non erano più proprietari delle particelle. Una telenovela.
Leggi anche: Strade in centro ancora private: 54 anni dopo il Comune non pagherà gli espropri