È stato un successo imprevisto, oltre ogni più rosea previsione, il primo corteo unitario dei movimenti e comitati della provincia di Roma che si occupano di rifiuti. Un lunghissimo e pacifico serpentone che nel pomeriggio di sabato 21 settembre, ha sfilato lungo le strade del centro storico della Capitale. Importante e consistente, certo, com’era del resto prevedibile, la partecipazione dei cittadini e cittadine provenienti dall’area della Falcognana (l’area del IX municipio del comune di Roma, indicato recentemente come sito alternativo alla discarica di Malagrotta) ma è stata forte la presenza anche da tutto il resto della provincia.
A cominciare, certo, dall’area dei Castelli Romani, con ben due “spezzoni”: uno del Comitato No Inc, che si batte contro il noto Inceneritore di Albano; e l’altro dell’Assemblea contro la cementificazione dell’area sud di Roma. Presenti, tra gli altri, anche numerosi comitati e associazioni provenienti da Fiumicino, Guidonia, Cerveteri, Colleferro e Civitavecchia. Un corteo dove «non c’era l’ombra di un partito», sostengono gli organizzatori, perché «troppo spesso nascondono l’ombra delle potenti e ramificate lobby del settore». Il corteo ha preso avvio, intorno alle 16, da piazza della Repubblica, ed è arrivato alle 19 a Piazza Santi Apostoli. Uno solo il motivo dominante: la richiesta di messa al bando degli inceneritori, delle discariche e delle centrali a cosiddetto bio-gas a rifiuti e, parallelamente, di avvio immediato, come del resto previsto dalla legge, della raccolta differenziata porta a porta, della riduzione, riciclo e riuso dei rifiuti urbani in tutta la provincia di Roma. Quanto dovranno aspettare, queste diecimila anime, per una risposta?