Lunedì 1° luglio il sindaco Volpi ha deciso di depositare una interrogazione in Parlamento per fare luce sui gravi disservizi idrici determinati dalla multiutility capitolina. Una società, l’Acea, che sembra volersi occupare sempre più di rifiuti e sempre meno di acqua, almeno da quando è a ‘trazione-Gualtieri’.
Il problema sollevato dal primo cittadino lanuvino parte dalle gravissime carenza di approvvigionamento di acqua. Un problema che caratterizza la vita del paese che guida soprattutto i weekend e i giorni festivi estivi. Ma riguarda – in modo più ampio – anche quasi tutti gli altri Comuni dei Castelli romani e soprattutto i due laghi Albano e Nemi.
I due rinomati bacini vulcanici, proprio in questi giorni, sono stati oggetto di un comunicato stampa diramato da associazioni e comitati territoriali. I cittadini parlano di ‘punto di non ritorno’.
Acea, ormai da anni, preleva una grossa quantità di acqua dal lago Albano H-24 che poi distribuisce, come acqua potabile, nei comuni di Albano, Castel Gandolfo ed Ariccia. Contribuendo così a determinare un grave abbassamento del livello del bacino.
Ma partiamo da Lanuvio e dal sindaco-deputato Volpi.
Ai Castelli Romani Acea è imbarazzante: il sindaco Volpi denuncia le gravi e sistematiche carenze idriche a Lanuvio
Il sindaco di Lanuvio sembra aver proprio perso ogni residua pazienza nei confronti del comportamento di Acea:
“Per la terza settimana di fila – scrive in una nota stampa Andrea Volpi – ci troviamo a dover fronteggiare la carenza di approvvigionamento idrico nelle abitazioni dei cittadini di Lanuvio.
Più volte, a vari i livelli e con diversi gli interlocutori, ho fatto presente che non saremmo stati più disponibili a sopportare tale disservizio. Soprattutto considerando che queste criticità si verificano sempre nei week end, durante le festività e nei giorni più caldi dell’anno.
Ho già notificato ad Acea Ato 2 la richiesta di una riunione urgente che è stata fissata per lunedì 8 luglio. Ma il perdurare dell’emergenza e dei disservizi rende tutto più complesso e poco giustificabile. E’ necessario che l’Ente gestore, al quale corrispondiamo il pagamento del servizio, si adoperi rapidamente e con stanziamenti straordinari alla risoluzione delle problematiche.
Se così non sarà procederemo alla richiesta di danni in tutte le sedi giuridiche e faremo leva in ogni organo istituzionale. Già lunedì – conclude Volpi – presenterò un’interrogazione parlamentare per dare maggiore attenzione al tema. E sollecitare i vertici dello Stato a tutelare i Comuni”.
Una carenza idrica che asciuga anche i laghi
Il problema idrico, ai Castelli Romani, è legato non solo ai disservizi del sistema idrico. Ma anche al feroce calo dei livelli di acqua dei due bacini di Albano e Nemi.
Il lago Albano di Castel Gandolfo, tra l’altro, è oggetto da anni di prelievi diretti di Acea che succhia acqua che distribuisce ai cittadini, esattamente come ha fatto per anni dal lago di Bracciano. L’intera vicenda è coperta forse da un velo di ‘omertà’, ma a scoperchiare ora il vaso di Pandora ci stanno pensando associazioni e comitati territoriali, di varie estrazioni politiche.
“Le associazioni chiedono – scrivono in una lunga nota stampa – il rispetto dei provvedimenti regionali per la tutela dei Laghi Albano e di Nemi e degli acquiferi dei Colli Albani. La situazione delle risorse idriche dei Castelli Romani stanno arrivando a un punto di non ritorno.
Alcuni pozzi ormai attingono a un livello più basso di quello del mare, i laghi hanno perso più di 6 metri del loro livello normale, un deficit che si avvicina ormai ai 50 milioni di mc.
Le sorgenti e i torrenti sono ormai a secco e numerose aziende agricole sono costrette a chiudere per i costi per l’irrigazione. I cambiamenti climatici peggioreranno tutto questo e, senza le riserve idriche sotterranee, il territorio non avrà la resilienza necessaria per affrontare le necessità idriche del futuro.
Il Coordinamento Natura e Territorio
Le associazioni dei Castelli Romani riunite nel Coordinamento Natura & Territorio, chiedono ai Comuni il rispetto della DGR Lazio 445 del 2009, cioè i provvedimenti per la tutela dei Laghi Albano e di Nemi e degli acquiferi dei Colli Albani.
A causa delle condizioni di criticità in cui si trova il sistema idrogeologico dei Colli Albani le associazioni hanno chiesto fin dal 2005 l’applicazione di misure per la tutela delle risorse idriche del territorio.
In particolare chiedono il rispetto delle seguenti norme del DGR Lazio 445 del 2009.
Secondo l’art. 4 le autorità competenti devono completare il censimento delle utilizzazioni in atto e provvedono alla implementazione dello specifico Sistema Informativo Territoriale.
Inoltre le suddette autorità devono procedere alla rimodulazione delle concessioni e alla verifica di derivazioni o utilizzazioni di acque superficiali e sotterranee prive del provvedimento autorizzativo.
Secondo l’art. 6 deve essere sospeso il rilascio delle autorizzazioni alla ricerca di acque sotterranee e le nuove concessioni per prelievi di acque superficiali o sotterranee.
I possessori o utilizzatori di pozzi o di derivazioni stabili o temporanee di acque superficiali sono tenuti alla installazione di dispositivi di misura dei volumi utilizzati. Inoltre al concessionario dei prelievi delle acque utilizzate a scopo idropotabile e industriale spetta l’immediata installazione di dispositivi di misura del livello di falda.
Inoltre chiedono l’attuazione del piano di salvaguardia del territorio del Parco non concedendo nuove concessioni edilizie, lottizzazioni o ampiamenti che prevedano una ulteriore copertura del suolo o nuovi consumi idrici.
La situazione è talmente grave che non è più possibile consumare ulteriore suolo, siamo arrivati ormai al 20% del suolo dei Castelli Romani cementificato. Purtroppo sono previste nuove speculazioni edilizie, anche su terreni boschivi all’interno del Parco.
I Castelli Romani hanno tre problemi ambientali principali: l’abbassamento delle falde idriche, il consumo del suolo e l’inceneritore di Roma, tre problemi legati fra loro”.
Il comportamento di Acea e la follia dell’inceneritore ai Castelli Romani
Il comportamento di Acea, a cui il problema di approvvigionamento idrico ai Castelli Romani è ben noto da tempo, sta comportando dunque una serie enorme di problemi.
Innanzitutto i disagi alla popolazione, che sta rimanendo senza acqua.
L’abbassamento drammatico del livello dei laghi.
L’abbassamento delle falde acquifere, che porta con se anche un grosso peggioramento della qualità dell’acqua, fino a raggiungere la non-potabilità e bloccarne l’utilizzo anche molto prima dell’esaurimento della falda.
Altra conseguenza ora è che non è più rinviabile un blocco alle nuove lottizzazioni, poiché non è possibile aumentare le utenze in una tale situazione, e per lo stesso motivo problemi anche per lo sviluppo industriale e artigianale.
Senza acqua si blocca tutto!
In questo quadro Acea, oltre a non mettere in campo soluzioni, vuole costruire pure l’inceneritore di Roma, un moloc che fagociterebbe enormi quantità di acqua, togliendola praticamente dalla bocca dei cittadini dei Castelli romani.
Sindaci, svegliatevi!
Acea è in pratica governata dal Comune di Roma e quindi dal suo sindaco Gualtieri, che naturalmente fa gli interessi dei propri cittadini. Ma a pagare sono i Castelli Romani.
È chiaro che politicamente il peso della Capitale è di gran lunga enorme, rispetto al suo hinterland, ed è altrettanto evidente che i sindaci dei Castelli romani sono bloccati dai ‘piani superiori’ dei rispettivi partiti: diciamo che questa è una mia personale interpretazione, così i sindaci possono candidamente negarlo.
Ora però non si tratta più di qualche centimetro di livello di lago o di qualche scomoda interruzione idrica. La progressione con cui le falde acquifere forniscono sempre meno acqua ai Castelli Romani si sta velocizzando a tal punto che in pochissimi anni si rischia di rimanere praticamente a secco.
E allora, così come ha fatto finalmente il sindaco di Lanuvio, sarebbe ora che tutti i sindaci si ribellassero allo strapotere della Capitale, sindaci di destra e di sinistra, non importa, perché la sete non ha colore politico.
Sindaci, svegliatevi! Fate gli interessi dei vostri cittadini, anche a rischio delle vostre carriere politiche!
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