La struttura è situata a ridosso della via Appia Nuova. Ha costituito un pezzo della storia sportiva e culturale dei Castelli Romani. Basti ricordare che al suo interno si celebrò uno degli ultimi e storici concerti del gruppo grunge Nirvana.
Ormai da anni è in stato di completo abbandono.
Finito all’asta, dopo varie vicissitudini è stato comprato dalla nota catena di supermercati Esselunga.
Marino, collassa il tetto dell’ex Palaghiaccio
Poco dopo la formalizzazione dell’acquisto, una parte del tetto è crollata. Ora il collasso dell’intera parte superiore della struttura stessa.
Il palaghiaccio nasce su un terreno situato in ottima posizione, su un’arteria strategica. Il terreno è stato opportunamente liberato da ogni vincolo a cura del Municipio a vantaggio si una società privata. Con tanto di concessione edilizia gratuita per un grande impianto sportivo e ricreativo da 70mila metri cubi su cinque livelli, per un totale di oltre 17mila metri quadrati calpestabili.
In cambio il privato si è impegnato a realizzare un sacco di opere pubbliche: viabilità, illuminazione, aree verde, locali da dare al Comune, uso gratuito agli studenti e sconto ai residenti.
È questo il succo dell’accordo che diede vita al Palaghiaccio di Marino. L’imponente immobile sull’Appia è divenuto famoso anche per gli eventi musicali. È poi naufragato insieme alla fallita Casabianca Srl.
È stato quindi venduto al colosso milanese Esselunga. Durante il mandato della ex sindaca di Roma Virginia Raggi, l’allora vicesindaco di Roma, Daniele Frongia, aveva annunciato che la struttura sarebbe diventata un punto vendita della catena lombarda.
Quest’ultimo capitolo del Palaghiaccio offre scivolosi risvolti: la corazzata milanese della grande distribuzione organizzata pare però che si ritrovi con l’affare congelato.
Il vincolo perpetuo?
Non si capisce come il Palaghiaccio possa diventare un supermercato o addirittura ipermercato. La considerazione spunta leggendo i due atti che hanno dato avvio e fine alla storia della struttura.
Partiamo dall’ultimo atto: la sua vendita a Esselunga: è avvenuta il 15 maggio 2015 con trattativa privata, senza asta con altri potenziali acquirenti in “gara” tra loro.
La cessione è stata curata dall’avvocato Consuelo Lattanzio, delegata dal Tribunale di Velletri, e si è conclusa al prezzo di 9 milioni e 375mila euro più tasse ed oneri notarili.
«Non vale forse nemmeno un decimo di quella somma», ci dice un tecnico del settore. Il cerchio si è chiuso a palazzo di Giustizia con il decreto di trasferimento, senza firma del Giudice delegato né data (almeno nella copia con marca da bollo in nostro possesso).
Il decreto non riporta il vincolo di destinazione d’uso, mentre indica vari gravami sull’immobile alla voce “trascrizioni”:
tre ipoteche per totali 22 milioni di euro e 222mila euro e rotti a favore della Cassa di Risparmio di Roma (più di 10 milioni e 329mila euro), del Servizio riscossione tributi della provincia di Roma (2.866.584 euro) e verso Equitalia Gerit Spa (oltre 9 milioni di euro).
Più una quarta ipoteca non rinnovata per 12 miliardi di vecchie lire a favore della Banca di Roma, e un paio di pignoramenti a favore di un costruttore (non rinnovato) e di Unicredit Credit Management Bank Spa.
Proprio su impulso di quest’ultima, il Tribunale di Velletri aveva delegato l’avvocato Lattanzio a vendere il Palaghiaccio.
Esselunga conosceva il vincolo sportivo?
Esselunga conosceva il vincolo perpetuo di destinazione d’uso “ad attrezzature sportive” dell’immobile?
Quel vincolo ha sbarrato l’avanzata del terzo mega supermercato Esselunga nel Lazio, dopo quello ad Aprilia e quello romano al Prenestino?
La convenzione del 1989 tra Casabianca e Comune precisa che “tutti gli obblighi derivanti dai presenti accordi che devono essere debitamente trascritti”.
Come mai quel vincolo non risulta in certi atti?
Sono invece di sicuro ben chiari i tanti impegni sottoscritti dalla società che realizzò il Palaghiaccio. Oltre a “garantire l’uso gratuito della pista di pattinaggio con gli istruttori per tutti gli studenti delle scuole di Marino per minimo sei ore a settimana” e lo sconto del 30% sul biglietto “a tutti i residenti di Marino per praticare gli sport del ghiaccio”, Casabianca doveva fare varie opere pubbliche per viabilità, parchi e parcheggi e non solo.
È stato fatto tutto ciò?
Certo è che il Comune e la comunità di Marino non hanno più quella grande struttura di rilievo sociale che era il Palaghiaccio.
Per vederne la nascita, l’Amministrazione e dunque la collettività si sono private di una gran bella area, che a lungo è stata al servizio della popolazione grazie a diversi usi civici di pascolo, semina e cipollaro.
Quando non c’era la sbronza del cemento, gli abitanti della Città del vino potevano almeno sfruttarlo gratuitamente per tirare avanti con zappa e bestiame.
“Marino, all’ex Palaghiaccio arriverà Esselunga, ma chi pensa a mobilità e commercio locale?”