La vicenda è stata tirata fuori dalla nota trasmissione tv Striscia la notizia in onda ieri sera su Canale 5.
L’inviata Rajae Bezzaz ha realizzato il servizio con alcuni video “rubati” all’interno dell’autoscuola. In questi video si vede il titolare che proporrebbe (il condizionale è d’obbligo) l’acquisto della patente. Dal servizio non si evince comunque una prova evidente della vendita della patente.
Ieri sera è andata in onda la prima parte del servizio e questa sera è prevista una seconda puntata.
Uno scandalo ben più ampio di Aprilia
C’è da dire che tutta la provincia di Latina è finita da mesi al centro di un’inchiesta che riguarda gli esami truccati per conseguire la patente, un giro d’affari da milioni di euro.
Si ipotizza che sia coinvolta anche la Camorra.
In almeno sette province (Roma, Latina, Padova, Bologna, Frosinone, Pescara e Brescia) opererebbero dei collaudati sistemi per far conseguire le patenti senza dover studiare, dietro pagamento di una somma tra i 3.000 e 4.0000 euro.
Il richiedente, una volta pagata la somma, viene provvisto di una telecamera per inquadrare le domande, e un auricolare per ricevere le risposte.
È intervenuto nel mese di agosto anche il ministero dei Trasporti.
Il Ministero dichiara di confidare negli organi inquirenti per fare «chiarezza sulla vicenda della presunta compravendita di patenti di guida gestita dalla criminalità organizzata», si legge in una nota.
Guarda il servizio di Striscia la Notizia sullo scandalo patenti ad Aprilia
Il Ministero promette severità
«Il Ministero ricorda che nelle sedi d’esame sono state prese, da tempo, tutte le misure ritenute necessarie e opportune per evitare eventuali brogli e assicurare la trasparenza», ed «è pronto a valutare altri eventuali strumenti di controllo».
Nello specifico, «esiste un servizio di vigilanza privata, le sedute d’esame sono chiuse al pubblico, si utilizzano metal detector e contenitori schermati per i cellulari.
Inoltre la procedura d’esame è completamente informatizzata ivi compresa la correzione dei quiz».
Il Ministero «si rende ovviamente disponibile a collaborare in ogni modo possibile con gli inquirenti, a tutela dell’interesse pubblico e della stessa Amministrazione e con la determinazione di stroncare ogni forma di criminalità».
Il precedente
Un caso simile si verificò circa 5 anni fa in provincia di Roma, coinvolgendo la Capitale , ma anche i Castelli Romani.
Furono arrestate 15 persone. Il meccanismo era quello di far superare l’esame scritto ad immigrati che conoscevano a scarso qualche parola d’italiano, dietro compenso di 2.500-3.000 euro.
Nelle indagini fu coinvolta anche un’autoscuola di Rocca di Papa.
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