POLITICI ‘SCALTRI’ AL TELEFONO
Il silenzio – sottolineano gli inquirenti – ha caratterizzato i due politici durante la complessa e corposa indagine dei carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo, al comando del capitano Emanuele Tamorri. Nelle 130mila conversazioni intercettate, il Nucleo operativo, guidato dal tenente Alessandro Iacovelli, ha potuto ascoltare dai due politici meno rispetto ad altri indagati della “marinopoli”. Qui tra virgolette riportiamo quanto affermato dal Gip, nell’ordinanza con cui ha disposto i tre arresti domiciliari. Nota la “scaltrezza dei due politici, che abilmente hanno evitato di discutere al telefono qualsiasi questione potenzialmente rilevante sotto il profilo penale”. A differenza dell’indagine che un anno prima portò all’arresto dell’ex sindaco di Marino Fabio Silvagni e del geometra comunale Bruno Saccavino e poi, ad ottobre, di Maurizio Natale “Ninaccione” Alfonsi, accusato di usura insieme a Silvagni.
TANGENTE CON FATTURA
Il Giudice Muscolo, recependo gli esiti delle indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica di Velletri Francesco Prete e dal sostituto Carlo Morra, spiega il presunto meccanismo tangentaro. Per far transitare la presunta tangente, gli arrestati avrebbero utilizzato la società Eureka Risorse Umane. Una cooperativa formalmente destinata ad aiutare tossicodipendenti, alcolisti, sieropositivi e malati di Aids, di cui Ottaviani è stato presidente e Baldi amministratore unico. L’Eureka ha ricevuto un generoso bonifico dalla Lidl il 21 gennaio 2010 come “pagamento del prezzo della corruzione”. Gli arrestati, per il Gip, “inducevano […] la società Lidl Italia srl, […], in uno stato di soggezione psicologica, ponendola nella condizione di accettare il pagamento di un compenso corruttivo, pari a € 132.840, in cambio del rilascio dei titoli abilitativi”. Tra le carte della Lidl spunta una fattura con stessa data e identico importo.
133.000 EURO DI LAVORI MAI ESEGUITI
Doppia beffa per la ditta dei discount: per far partire i lavori, gli imposero la condizione di aspettare la licenza commerciale, “ponendo in tal modo gli imprenditori in una condizione di dipendenza dall’amministrazione”. Ma non bastava. “Il rilascio dei titoli in tempi brevi era condizionato alla dazione della somma anzi detta”. Il meccanismo della fattura alla “cooperativa di comodo Eureka […] per lavori mai eseguiti” fu “un espediente contabile ideato dall’Ottaviani e dal Baldi”. Coincidenza: il permesso urbanistico arriva il giorno stesso del pagamento della fattura. Per il Gip la Lidl è stata “vittima di un vero e proprio ostruzionismo del Comune”.
LE DOMANDE DI CECCHI
«Gli ex assessori Ottaviani e Catenacci hanno continuato a godere di una sorta di protezione dall’alto», ribadiscono gli investigatori. Mentre il Gip è convinto che i due, attivi per “le riunioni e gli incontri in vista delle elezioni amministrative” che “si susseguono febbrili”, “nonostante non ricoprano più ruoli amministrativi in seno al Comune, godono di una forte influenza sui dipendenti degli uffici locali”. A colpire i magistrati è anche l’attuale candidato sindaco per il centrodestra marinese, Stefano Cecchi, presentatosi dai carabinieri il 15 febbraio scorso. Ne dà conto il comandante della stazione dei carabinieri di Santa Maria delle Mole. L’annotazione dice: “alle ore 11.20 circa Cecchi Stefano è giunto in caserma […] mi ha informato che […] poteva già contare sull’appoggio di molti ex consiglieri/assessori del centro-destra, in particolare De Santis Fabrizio, Catenacci Mauro, Ottaviani Marco, Del Mastro Simone, i quali nell’ambito delle loro conoscenze e persone di riferimento si erano già attivati per sostenerlo e rafforzare la sua candidatura”.
Il Gip, ne deduce che “la visita di Cecchi potrebbe aver avuto lo scopo, più o meno dissimulato, di carpire informazioni circa le indagini”.
CHI C’È PIÙ IN ALTO?
Emerge prepotentemente una domanda, che forse molti si fanno a Marino e non solo: chi è o chi sono i personaggi superiori che proteggerebbero Ottaviani e Catenacci? Inquirenti ed investigatori sono riservatissimi, ma non nascondono che il terzo atto potrebbe arrivare fra non molto. Tra gli altri personaggi chiave, finora nell’ombra, anche un faccendiere di Anzio ed altri politici.
Gli atti d’indagine aprirebbero scenari molto più ampi, che coinvolgerebbero sanità, edilizia, commercio, droga, assunzioni clientelari, grosse aziende, amministratori e dirigenti pubblici, non solo di Marino.
3 arrestati
14 indagati (6 ‘politici’)
130.000 conversazioni intercettate
132.840 euro di presunto “compenso corruttivo”
La storia comincia a fine luglio 2002, con un contratto di affitto tra Lidl e i proprietari di un vecchio magazzino agricolo da trasformare in supermercato, clienti del commercialista Baldi. Dopo il rilascio del permesso edilizio (nel 2006 in sanatoria, e un altro nel 2010) per adeguare l’immobile in zona agricola e – secondo la Provincia di Roma – troppo vicino alla strada, scoppia una grottesca serie di sospensioni, promesse, revoche, ricorsi e controricorsi, detti e contraddetti municipali. In ballo c’erano anche lavori pubblici. Scrive il Gip Muscolo: “I lavori sarebbero ricominciati, anche sulla base delle pressioni che l’assessore marinese Bartolozzi avrebbe esercitato sull’Ing. Penna, responsabile lavori pubblici del Comune di Marino, per rendere più celere la realizzazione di alcune rotatorie, posta l’esigenza di Lidl di aprire il supermercato entro dicembre 2015” Cosa mai avvenuta “a causa delle continue questioni amministrative sollevate dall’amministrazione”. Il 18 aprile il Tar del Lazio ha dato di nuovo ragione a Lidl: in attesa di discutere il merito della lite, ha sospeso 2 ordinanze del Comune: quella con cui a gennaio 2016 ha bloccato i lavori privati autorizzati nel 2010 e quella del 25 febbraio scorso che ha ordinato di riportare l’immobile com’era prima, a pena di demolire d’ufficio. Prossima udienza il 28/2/2017.