L’assessore ha sottolineato come la Regione Lazio abbia avuto “il coraggio di schierarsi dalla parte delle vittime, una scelta istituzionale non scontata visto che finora Parlamento e Governo sono stati troppo timidi e hanno tirato il freno a mano su tutti i disegni di legge di contrasto alla ludopatia. Non è possibile continuare a sostenere gli enormi costi sociali dell’azzardo patologico mentre la tassazione su alcuni tipi di scommesse online è addirittura più bassa di quella sul pane”.
“L’azzardo”, ha concluso l’assessore, “è una forma di schiavitù per le persone, disintegra le famiglie e le comunità ed è terreno fertile per gli affari della criminalità organizzata: noi non ci stiamo e vogliamo diventare nel Lazio il punto di riferimento per Comuni, Asl e associazioni di cittadini impegnati in questa battaglia di civiltà”.