A bruciare quella che può essere definita una città delle baracche, invisibile dalla strada e sconosciuta alla maggior parte degli abitanti. Il complesso parte da via degli Elleni, dove circa cinque senzatetto abitavano scaricando continuamente materiali di fortuna. Dopo le denunce dei residenti a Sindaco, Questura e Polizia Locale anche per la presenza di minori la zona è stata sgomberata e bonificata e degli svariati alloggi presenti all’inizio ne sono rimasti sono alcuni. Non c’è più traccia di minori, ma solo di due strutture costruite con rifiuti, materiale abbandonato e cinque “testardi” senzatetto.
Più internamente si estende l’enorme baraccopoli, distrutta quasi internamente dalle fiamme. Chi abita la zona sa che all’interno del bosco ci sono da decenni delle persone che vivono in alloggi di fortuna, ma non si lamenta perché riconosce un atteggiamento innocuo e tranquillo. Per accedere occorre passare da una strada privata. La zona è abitata da cittadini che vivono da trent’anni nelle baracche e sostengono di essere già proprietari per usucapione da circa cinque anni e da clochard, conosciuti da tutti e benvoluti. Alcuni di questi ultimi mangiano i pasti offerti dalle suore della Chiesa di Santa Chiara. Per vivere tutti si attrezzano con orti e galline. L’incendio ha dimensioni notevoli: oltre alle sterpaglie bruciate dalle fiamme, rase al suolo un numero elevato di baracche realizzate con lamiere.
Al di là del fiume che costeggia il nuovo ponte di collegamento con il quartiere Porta Nord, è dove ha perso la vita lo straniero di origine ucraina. Il clochard si è probabilmente trovato intrappolato nel fuoco e non è riuscito a scappare. A poca distanza dal luogo dove la Scientifica ha effettuato i rilievi ci sono i resti di una bicicletta, un fornello a gas e qualche oggetto personale. Dell’enorme baraccopoli sconosciuta ai più è tutto quel che resta.
Bianca Francavilla