Dopo aver vinto ben tre ricorsi, ottenendo per altrettante volte l’annullamento della nomina a presidente del Tribunale di Velletri ottenuta da un suo collega, e dopo aver ottenuto lui quell’investitura dovendo addirittura ricorrere a un commissario ad acta, il giudice Lucio Di Lallo ancora non riesce a insediarsi al vertice del palazzo di giustizia dei Castelli Romani. Il magistrato non ha potuto far altro che appellarsi nuovamente al Consiglio di stato, per far trasmettere gli atti che lo riguardano al guardasigilli Andrea Orlando e sbloccare così la situazione.
Il braccio di ferro sulla presidenza del Tribunale veliterno sembrava essersi concluso nell’aprile scorso. L’insediamento di Di Lallo al posto di Francesco Monastero sembrava questione di giorni. Come stabilito dal consiglio di Stato, annullata la nomina di Monastero, reiterata dal Csm nell’ottobre precedente, quella di Di Lallo era stata demandata a un commissario. Anche quel provvedimento non ha però cambiato nulla a Velletri. La nomina non è stata trasmessa per l’ulteriore ok al ministro della giustizia e Di Lallo ha dovuto fare l’ennesimo ricorso. I giudici di Palazzo Spada hanno così ora stabilito l’invio di quegli atti in via Arenula. Ma occorrerà sicuramente ancora tempo prima di mettere sull’intera vicenda la parola fine, considerando tra l’altro che Monastero ha fatto ricorso in Cassazione.
Un contenzioso in corso da oltre quattro anni. L’11 novembre 2009 il Plenum del Consiglio superiore della magistratura nominò presidente del Tribunale di Velletri il giudice Monastero, da 38 anni in magistratura, ricoprendo gli incarichi di pretore a Monza, giudice a Roma, assistente del giudice costituzionale Neppi Modona e consigliere di Corte di Cassazione. Il giudice Lucio Di Lallo, in magistratura da 48 anni, giudice e pretore a Parma e poi pretore e giudice a Velletri, fece ricorso e il 16 novembre 2010 il Tar del Lazio annullò la nomina del presidente Monastero. Il presidente del Tribunale di Velletri appellò la sentenza e lo stesso fecero il Consiglio superiore della magistratura e il Ministero della giustizia, ma il 16 giugno 2011 il Consiglio di Stato respinse l’appello. Il 27 luglio di quell’anno il Plenum del Csm si trovò così a deliberare nuovamente sulla presidenza del Tribunale di Velletri e la scelta, con altre motivazioni, ricadde ancora una volta sul giudice Monastero. Di Lallo fece un nuovo ricorso, respinto il 7 giugno 2012 dal Tar, ma accolto lo scorso anno da Palazzo Spada. Altro annullamento e altra nomina di Monastero alla presidenza, la terza. Poi il terzo annullamento della delibera con cui è stata assegnata la presidenza a Monastero e ora, non essendosi ancora sbloccata la situazione, l’ordine del Consiglio di Stato di trasmettere l’atto di nomina al guardasigilli.