L’abbiamo chiamato in causa per conoscere il suo punto di vista su quanto è accaduto, di recete, a palazzo Savelli, sede del comune, con la caduta rovinosa di pezzi di cornicione nel lato dello storico palazzo (per sapere dove si trova palazzo Savelli, clicca qui) che affaccia su via Appia nuova e piazza San Pietro, ma anche, più in generale, sullo stato della città. Ecco cosa ci siamo detti.
Ingegner Cuccioletta, cosa ci vuole dire a proposito di quanto è accaduto a palazzo Savelli e, più in generale, sullo stato della città?
Da due anni a questa parte la città di Albano Laziale è vittima indifesa di una molteplicità di episodi ricorrenti che testimoniano quanto questa amministrazione manchi completamente di una visione politica chiara in termini di manutenzione degli immobili, dei parchi e delle infrastrutture comunali.
La caduta di un pezzo di cornicione dalla copertura di Palazzo Savelli è solamente l’ultimo episodio eclatante di una situazione che ormai dovrebbe allarmare anche il più distratto degli amministratori. E’ facile immaginare quali danni avrebbe potuto causare la caduta di circa 100 kg di materiale a terra, ma per fortuna oggi siamo qui a parlare di altro.
I quasi incidenti
Con la terminologia “quasi incidenti” sono indicati quegli incidenti tali da non comportare direttamente delle lesioni, ma con il potenziale di provocarne. L’incidente di due giorni fa, sebbene fortunatamente non abbia prodotto lesioni, aveva il potenziale per farlo e quindi deve essere considerato come un mancato infortunio, con conseguenti azioni immediate e preventive sul tutto il territorio comunale per evitare che possa accadere ancora.
L’approccio utilizzato, da due anni a questa parte, è, invece, quello di attribuire alla fatalità l’origine di un evento dannoso e non alla mancanza di un’attenta attività di prevenzione e di manutenzione. Se cade un albero si attribuisce la colpa al vento, stessa cosa se cade un cornicione. Cade un controsoffitto in una scuola inaugurata solamente un anno fa? Nessun problema perché il controsoffitto è leggero. La Sala Giunta di Palazzo Savelli ha il controsoffitto pericolante? Nessun problema si chiude a chiave e si affigge un cartello di “divieto di ingresso”, con lavori a data da destinarsi.
Per cortesia, non parliamo di fatalità
Oggi, con la tecnologia e gli strumenti a disposizione, non è più accettabile sentir definire questi eventi come “fatalità”. La scarsa cultura della manutenzione ha un costo sociale elevatissimo. Ne sono vittime i cittadini che sono costretti a convivere con mezzi e strutture inadeguate e spesso fatiscenti. Dobbiamo purtroppo constatare che pochi si occupano di queste problematiche e quei pochi non vengono adeguatamente ascoltati. È errato pensare che programmare la manutenzione costituisca un ulteriore balzello per le casse dell’amministrazione. Chi pensa questo non si rende conto dei vantaggi notevoli che si avrebbero se venisse seguita a puntino la manutenzione programmata degli edifici e delle infrastrutture. Se gli edifici vengono lasciati in abbandono possono divenire rischiosi anche per la vita di chi vi abita.
Non nascondiamoci dietro un dito
Non nascondiamoci dietro un dito, chi decide di amministrare una città ha onori e oneri. L’ordinamento attribuisce al Sindaco non solo la rappresentanza del Comune, ma ampi poteri, anche di natura straordinaria, a tutela della salvaguardia e incolumità dei cittadini, il cui mancato uso può comportare enormi responsabilità sotto ogni profilo. Per questo, anziché attivare inutili meccanismi di autodifesa o risposte risentite e permalose, sarebbe opportuno dimostrare di aver acquisito una maggiore sensibilità sul tema della sicurezza e una maggiore percezione della responsabilità verso la vita umana, l’ambiente e le condizioni di sicurezza.
Guardiamo al futuro
Le polemiche, le offese, il dileggio gratuito del sindaco nei confronti delle opposizioni lasciano il tempo che trovano. Non ci offendiamo e guardiamo al futuro. Chi ha ben chiaro le responsabilità che ha, dovrebbe fare tesoro dell’esperienza, prendere atto dei propri errori, e mettersi al lavoro immediatamente con azioni certe e non con continue promesse”.
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