Info utili:
Orari mostra: 10,00-13,00 / 15,00-18,00 /
Lunedì chiuso
Biglietto integrato Palazzo (senza guida) + Mostre temporanee: €17 Intero e €12 Ridotto
Biglietto integrato Palazzo (con guida) + Mostre temporanee: €19 Intero e €15 Ridotto
Biglietto solo Mostre temporanee: €10 Intero e €7 ridotto
Intervista all’architetto Francesco Petrucci
(a cura della rivista ‘About ART on line’)
D: Perché hai pensato di mettere a disposizione il Museo del Barocco romano per presentare il quadro? Te lo chiedo perché come sicuramente ricorderai a suo tempo fece scalpore e fu oggetto di molte critiche il fatto che il Direttore della Pinacoteca di Brera volle accogliere e presentare proprio dentro il museo il dipinto raffigurante Giuditta e Oloferne ritrovato a Parigi e ritenuto allora da alcuni studiosi di mano di Caravaggio.
R: Credo che Palazzo Chigi in Ariccia sia una sede particolarmente adatta a presentare un dipinto attribuito a Caravaggio, non solo perché qui durante la fase Savelli nella prima metà del XVII secolo era conservata la Negazione di Pietro, oggi al Metropolitan Museo di New York, ma anche per la presenza in quegli anni di numerose opere caravaggesche, compresi molti Gentileschi, padre e figlia. La dimora infatti risale per quasi la metà dell’impianto all’ultima decade del ‘500, quando il pittore lombardo si stabilì a Roma, conservando il carattere severo del tempo, compresi i rari parati in corame di ascendenza spagnoleggiante all’epoca molto in voga, il cui spirito austero non fu alterato dall’ampliamento berniniano messo in cantiere tra il 1664 e il 1672. Così è rimasto con qualche integrazione praticamente fino ad oggi. Non a caso Michele Placido ha deciso di girare qui, e non in altri palazzi romani, che come noto sono stati oggetto di notevoli trasformazioni nel corso dei secoli, diverse scene del suo film L’ombra di Caravaggio (2022)
D: Tu sei molto noto in Italia e all’estero come studioso esperto di arte barocca, particolarmente delle figure e delle opere di artisti quali Bernini, Baciccio etc; perché hai deciso di calarti ora nelle vesti di “caravaggista”? Non hai messo nel conto che qualche ‘esperto’ di Caravaggio ti possa accusare di occupazione abusiva di suolo, se possiamo dire così? Ed è una scelta che ritieni momentanea oppure pensi di continuare anche tu dentro questo percorso.
R: Io non mi ritengo esperto o specialista di nulla. Mi sono soffermato su alcuni aspetti delle arti a Roma tra XVII e XVIII secolo, ma considero sempre tutto in maniera molto problematica e fluida. Anzi, diffido degli “specialisti”, che dedicando tutta la loro vita ad un solo artista o ad una sola corrente, alla fine non conoscono né l’uno, né l’altra. Per quel poco di esperienza che ho maturato, non si può valutare adeguatamente un pittore, uno scultore, un architetto, se non si conosce bene tutto quello che c’è attorno. Questo ho cercato di fare nei miei studi, non privi di errori… Per la Presa di Cristo, sono stato contattato lo scorso anno da Mario Bigetti, proprietario del quadro, al fine di esporlo al pubblico ad Ariccia: ho accettato molto volentieri. Avevo preso visione del dipinto vent’anni fa nella sua bottega-emporio in via Laurina e ne rimasi impressionato; sono sempre stato convinto che si tratti di un’opera straordinaria! Eppure, come diceva il compianto Ferdinando Peretti, spesso i capolavori non vengono riconosciuti nemmeno dagli “esperti”… per questo motivo “Nando” è riuscito a raccoglierne tanti, quando passavano sul mercato internazionale sotto gli occhi di tutti, ma nessuno se ne accorgeva! No, non voglio essere annoverato tra i “caravaggisti”, non parteciperò a convegni, giornate di studio, colloqui, seminari, etc. che considero in gran parte dei casi inutili e noiosi, nel caso specifico di Caravaggio ripetitivi di cose già note, scritte e riscritte… Quante tediose monografie su questo iper-celebrato pittore sono state pubblicate solo negli ultimi anni? In fondo basta quello che disse Roberto Longhi per capire veramente Caravaggio.
D: Rispetto a quanto già si conosce del dipinto (l’esposizione a Palazzo Reale nel ’51 come copia da, poi i vari passaggi di proprietà fino all’acquisto da parte dell’antiquario Mario Bigetti) quali novità sono emerse che consentono di definire il dipinto autografo senza dubbio di Caravaggio? Si sa che sono state effettuate varie analisi scientifiche sul quadro; puoi riassumerne l’esito?
R: L’argomento è molto complesso, difficile da sintetizzare in poche parole. Certamente la pulitura e la rimozione delle invasive ridipinture, magistralmente eseguite nel 2003-2004 da Carla Mariani, ha fatto riemergere la qualità del dipinto e soprattutto la piena compatibilità con il modo di dipingere di Caravaggio, completamente offuscato anche dallo sporco, dall’ossidazione delle vernici, etc.
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