È un passaggio del discorso che il presidente della Corte di appello di Roma, Giuseppe Meliadò, ha pronunciato in occasione della inaugurazione dell’Anno giudiziario.
I numeri
«Ne danno conferma, se non altro, i numeri dell’ufficio gip-gup del Tribunale di Roma, che segnalano che, nell’anno decorso, son pervenuti ben 28 nuovi procedimenti con oltre 30 imputati (con un aumento del 27,3% rispetto all’anno precedente) e complessivamente 267 procedimenti riferibili a reati in materia di criminalità organizzata, che testimoniano, insieme ai grandi numeri delle misure di prevenzione, anche le influenze crescenti del crimine organizzato sulle attività economiche».
Condotte criminose
«Ed in pari modo ne danno conferma le mutazioni profonde che si evidenziano nelle modalità di realizzazione delle condotte criminose più diffuse, in particolare dello spaccio della droga, con il coinvolgimento di soggetti che appartengono alle fasce più giovani della popolazione, spesso appena maggiorenni ed incensurati, utilizzati per conservare o trasportare consistenti quantitativi di sostanze stupefacenti, normalmente in contatto solo mediato e indiretto con i mandanti, legati alle grandi organizzazioni criminali e che li forniscono di telefonini cellulari e di autovetture appositamente noleggiate per l’occasione».
Lo spaccio
«Non meno inquietante è l’aumento dei casi di reati di spaccio, pure di sostanze pesanti, da parte di giovanissimi italiani, anche appartenenti a famiglie non particolarmente problematiche, che scelgono di svolgere tale attività al solo fine di potere comprare articoli di abbigliamento molto costosi che rappresentano, nei loro gruppi, degli agognati simboli di stato, una sorta di chiave d’accesso all’appartenenza e al riconoscimento sociale».
La cerimonia
Come si legge sul sito del ministero della Giustizia “con la riforma dell’ordinamento giudiziario del 2005 è stata modificata la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario. A partire dal 2006, il Ministro della giustizia rende comunicazioni alle Camere, sull’amministrazione della giustizia nel precedente anno e sugli interventi per l’organizzazione e il funzionamento dei servizi – interventi previsti dall’art. 110 della Costituzione – per l’anno in corso.
La Corte di cassazione e le corti d’appello si riuniscono successivamente in forma pubblica e solenne – cioè debbono partecipare tutte le sezioni, i procuratori generali, i magistrati delle procure generali e i rappresentanti dell’Avvocatura – per ascoltare la relazione generale del Primo Presidente della Corte di cassazione e le relazioni per i singoli distretti dei Presidenti di corte d’appello.
LEGGI ANCHE: Cittadini e aziende sovraindebitati, il tribunale di Latina non aiuta. Anzi…