Il municipio albanense si ribella con forza al progetto di maxi-biogas da 80mila tonnellate l’anno (il 350% in più di quanto necessario all’intero bacino dei Castelli Romani) che la società Colle Verde vorrebbe realizzare alla velocità della luce all’interno della discarica di Albano, destinato a ricevere rifiuti umidi anche detti organici raccattati da mezzo Lazio, ivi compresa l’intera provincia di Latina. È pesante come un macigno la relazione tecnica preliminare inviata dall’Ufficio Tecnico del comune di Albano all’Ufficio Rifiuti Lazio lo scorso 21 ottobre, sottoscritta dall’ingegner Giuseppe Vittori. Il primo ‘bersaglio’ del comune è l’Autorizzazione Integrata Ambientale (ossia l’A.I.A. B-3695 del 13 agosto 2009), vale a dire il documento che permette al sito industriale di restare in esercizio, che era scaduto ma è stato prorogato il 31 ottobre 2019 dall’ex responsabile dell’Ufficio Rifiuti regionale, Flaminia Tosini, arrestata e rimossa dall’incarico a marzo scorso, con una strana voltura contro cui pendono varie querele penali di cittadini, associazioni e comitati territoriali, oltre a due ricorsi al Tar Lazio (ancora pendenti), uno dell’associazione Salute Ambiente Albano ed uno del comune di Albano. Eppure il nuovo responsabile dell’Ufficio Rifiuti Lazio, Vito Consoli, ha fatto spallucce più volte, non ravvedendo alcuna stranezza in questo documento. In secondo luogo il comune, nel suo dossier, ha inoltre ricordato all’Ufficio Rifiuti Lazio che “il sito deve essere oggetto di bonifica e di messa in sicurezza (…) visto lo stato di contaminazione delle acque sotterranee rilevato con continuità dall’Arpa Lazio a partire dal 2011” in tutti i pozzi spia interni all’immondezzaio e non potrà essere oggetto di ‘mire espansionistiche’ da parte di alcuno. Poi – così si legge sempre tra le carte comunali – dovrà aver luogo anche una “caratterizzazione idrogeologica del sito (ossia una analisi approfondita dello stato dell’area, ndr), preordinata alla operazioni di bonifica”. Infine, il comune ha avanzato innumerevoli altre richieste di integrazioni del progetto preliminare del biogas.
IL MAXI-BIOGAS… ‘DOPPIONE’
È certamente utile ricordare che la società Colle Verde nel 2019 ha affittato una parte della discarica di Albano dal Gruppo industriale riconducibile a Manlio Cerroni, grande imprenditore del settore, proprietario ancora oggi dell’intero sito. In particolare, il progetto di maxi biogas venne presentato alla Regione Lazio già una prima volta a novembre 2020, ma poi abortito. Evidentemente non soddisfatti, gli affittuari del Gruppo Cerroni hanno ritentato di nuovo a fine luglio scorso (proprio mentre la ex sindaca di Roma Virginia Raggi stava riaprendo il VII invaso), sfruttando i cavilli di legge introdotti lo scorso 31 maggio dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) varato dal Governo Draghi (articolo 23 comma 1 del decreto legge n. 77), per tentare dimezzare i tempi di autorizzazione e costruzione dell’impianto stesso che dovrebbe sorgere esattamente accanto al VII invaso.