E’ stata introdotta una verifica a novembre per monitorare l’andamento dell’accordo stesso.
Sui criteri di scelta da adottare per la individuazione degli esuberi, peraltro già individuati e concordati, è stata ribadita la volontà di fornire la più ampia copertura confermando come criteri i pensionati che al momento della firma dell’Accordo sono già in possesso del requisito pensionistico, pensionandi che attraverso la mobilità agganciano il diritto alla pensione, volontari – ossia coloro che non si oppongono alla messa in mobilità – e, come criterio residuale, i requisiti di legge, che comunque sappiamo molto difficilmente sarà applicato.
A quelle professionalità a cui, per particolari esigenze tecnico organizzative, verrà chiesto di prestare la propria mansione oltre il 31 dicembre 2014 sono state ottenute garanzie di tutela dal punto di vista economico previdenziale superando le penalizzazioni previste dalla Legge Fornero in merito alla decurtazione della durata della mobilità.
Infine, per quel che concerne la parte economica, con la conseguente individuazione del montante incentivante all’esodo, è stata superato lo scoglio rappresentato dalla precedente volontà aziendale di non erogare cinque mensilità al contrario riconosciute nei precedenti accordi.
“Di conseguenza è stata premiata la nostra richiesta che intendeva a tutti i costi mantenere una linea di continuità, nel merito, con lo storico conosciuto ed applicato”, spiega la Filctem Cgil. “La consapevolezza di una emorragia occupazionale che sembra non aver fine viene in gran parte mitigata dalla bontà dell’accordo che, nei fatti, garantisce massima tutela a chiunque venisse impattato”, commenta Walter Cassoni Segretario Generale Filctem-Cgil di Latina.