Arianna Briasco era stata trovata morta a Latina il 24 luglio 2015 nell’abitazione del padre.
I ragazzi processati, oggi trentenni, sono comparsi nella vita di Arianna solamente dopo il suo trasferimento presso un centro di recupero per tossicodipendenti e alcolisti di Fabriano, nelle Marche. Uno di loro avrebbe anche “insegnato” alla ragazza come iniettarsi la droga. Il processo non ha riguardato la morte della ragazza, ma solo le accuse di spaccio.
La famiglia continua a sostenere che Arianna abbia conosciuto l’eroina nel centro di recupero dove è stata per tre mesi. Prima di quel momento avrebbe fatto uso solo di droghe leggere. “Arianna vive tre lunghissimi mesi in un ambiente di promiscuità ed a strettissimo contatto con persone adulte e con gravissimi e seri problemi di tossicodipendenza, sicuramente in un clima ed in un ambiente inadatto al suo stato psicofisico e senza alcuna cautela particolare in relazione alla sua minore età”, si legge nelle memorie presentate dalla madre di Arianna. C’era una inchiesta al tribunale di Ancona per la quale è stata fatta opposizione all’archiviazione.
La versione della madre, dunque, è che la ragazza abbia conosciuto l’eroina proprio nel centro dove sarebbe dovuta “guarire”.
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